Per i pazienti affetti da una forma aggressiva recidivante-remittente di sclerosi multipla, il trapianto di
cellule staminali ematopoietiche si profila come una possibilità terapeutica. Questo tipo di trattamento può portare dei successi terapeutici, quali il blocco dell’avanzare della disabilità e la prevenzione delle ricadute se il trapianto si effettua entro i primi anni della malattia. La FISM (Fondazione Italiana Sclerosi Multipla) ha iniziato dieci anni fa a finanziare gli studi sulle cellule staminali e oggi l’Italia è il paese europeo con il numero di trapianti di cellule ematopoietiche più alto, è capofila dello studio in fase II sulle cellule staminali mesenchimali e presto inizierà uno studio sulle staminali neuronali. In Europa i trapianti di staminali ematopoietiche sono stati 600 e il Centro Trapianti di Midollo Osseo dell’Azienda Ospedaliera Universitaria di Careggi (Firenze) ne ha effettuati oltre 50, guadagnando il primato tra tutti i centri europei. Il dottor Saccardi dell’Ospedale di Careggi ha affermato che le forme di sclerosi multipla remittenti-recidivanti rispondono meglio al trapianto: la progressione della disabilità si ferma nell’80% circa dei casi di chi ha sviluppato la sclerosi multipla entro 3/5 anni. Di questi il 50% mostra anche una riduzione della disabilità. Il trattamento con cellule staminali ematopoietiche non si può ancora considerare una terapia standard, dovrà essere condotto uno studio approfondito prima che possa essere approvato.
Fonte: asca.it