È una ricerca italiana, la prima al mondo in grado di svelare il destino delle cellule staminali: per mezzo di un ‘codice a barre’, gli studiosi guidati da Luca Biasco – scienziato dell’Istituto San Raffaele-Telethone coordinatore della ricerca Tiget– hanno marchiato le cellule staminali. Le staminali, oggi, sono in grado di trattare numerose patologie: grazie a questo metodo è possibile marchiarle quando vengono modificate nel Dna per il loro impiego come terapia genica. A parlare dei risultati della ricerca, è stato lo stesso Biasco, il quale ha raccontato l’evoluzione dello studio, a partire dal contesto della terapia genica messa a punto, 20 anni fa, sui malati di Ada-Scid. Quest’ultima è una patologia che costringe i piccoli pazienti a vivere in un ambiente sterile, a causa del loro sistema immunitario privo di difese: per contrastare questa ed altre patologie – come la sindrome di Wiskott-Aldrich, e la leucodistrofia metacromatica – sono impiegate le cellule staminali ematopoietiche del paziente, modificate, e successivamente reinfuse. Marchiando le cellule staminali con un’etichetta che possa essere riconosciuta in ogni prelievo, è possibile ricostruire il loro destino e svelare non solo in che modo esse si siano riprodotte, ma anche i loro comportamenti e quelli delle loro figlie. Una scoperta importante, che consente di verificare l’efficacia delle staminali, di accertarsi che non degenerino in tumore, ma soprattutto di verificare il loro comportamento dopo un trapianto di midollo osseo.
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Badalà/Lombardo (Cliente Sorgente)
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