Le cellule staminali del cordone ombelicale hanno permesso a una bambina di 12 anni di festeggiare una vita libera dal cancro.
La storia di Jenna Gibson, oggi dodicenne è questa: a 9 anni i medici del Seattle Children’s Hospital le diagnosticano una leucemia mieloide acuta e, considerando che la chemioterapia avrebbe annullato quasi del tutto il suo sistema immunitario, la ricoverano per più di un mese in ospedale.
Dopo un mese di ricovero e le cure, le cellule tumorali residue pongono ancora la bambina in una situazione di alto rischio di leucemia e l’unica possibilità per sopravvivere consiste, dunque, in un trapianto di midollo osseo, ma poiché la bambina, di origine guatemalteca, era stata adottata, per i genitori sarebbe stato davvero difficoltoso risalire ai parenti naturali.
Dopo mesi di ricerca, lo staff medico del Fred Hutchinson Cancer Research Center, individua, però una soluzione nelle cellule staminali del cordone ombelicale.
Il direttore del centro, il Dottor Colleen Delany, afferma, infatti, che trattare i bambini con il sangue del cordone ombelicale è più semplice rispetto a un adulto, poiché la quantità di cellule staminali da usare è inferiore e trovare un donatore è molto più facile perché gli indicatori da valutare in caso di trapianto, sono inferiori.
Nel caso di Jenna, ad esempio, trovare un donatore idoneo di midollo osseo era molto complesso, mentre nel caso del sangue del cordone ombelicale, i medici trovarono quasi immediatamente una corrispondenza di 6/6 nel donatore.
Prima di potersi sottoporre al trapianto la bambina ha dovuto seguire un ciclo di 3 chemioterapie e il suo sistema immunitario è stato volutamente indebolito per permettere alle cellule staminali del cordone ombelicale di impiantarsi agevolmente. Pratica, questa, che deve essere attentamente monitorata perché in una situazione del genere, anche un raffreddore potrebbe essere mortale.
Negli ultimi anni, però, lo staff del Fred Hutchinson Cancer Research Center è stato in grado di effettuare trapianti da due donatori di sangue del cordone ombelicale contemporaneamente, riducendo così il tempo di recupero del sistema immunitario.
Infine, nel caso delle cellule staminali del cordone ombelicale, si hanno meno problemi legati al trapianto, perché le cellule provengono da un ambiente protetto quale il corpo della madre e il loro sistema immunitario non ha mai reagito ad attacchi esterni, per questo si adatta molto più facilmente al corpo che le ospita.
Fonte: ABC News