L’Università Autonoma di Nuevo Leon, in Messico, ha identificato nuove terapie basate sulle cellule staminali, nel trattamento dell’autismo. L’autismo, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), colpisce 62 bambini su 10.000 e provoca un anomalo sviluppo cerebrale che influisce sulle abilità sociali di comunicazione nelle persone che ne sono affette. Quando parliamo di abilità sociali di comunicazione, facciamo riferimento a memoria, concentrazione, linguaggio e attenzione, ad esempio, tutte capacità regolate da zone ben specifiche del cervello che, nell’autismo, sono compromesse. Il Ministero della Salute messicano e il Centro di Controllo e Prevenzione delle Malattie statunitense non concordano con il dato diffuso dall’OMS, poiché affermano, rispettivamente, che in Messico i bambini colpiti siano 10.000 e, il secondo, che negli Stati Uniti un bambino ogni 68 soffra di questa malattia. Nel trattamento di pazienti con paralisi cerebrale, l’Università della Carolina del Nord ha portato avanti alcune ricerche con esiti positivi per quanto riguarda l’iniezione di cellule staminali del cordone ombelicale. L’Università Messicana sta, quindi, sviluppando dei trattamenti per contrastare l’autismo, basandosi sui risultati finora ottenuti usando cellule staminali. Le cellule staminali favorirebbero, infatti, la formazione di nuovi vasi sanguigni, con conseguente migliore circolazione sanguigna e maggiore apporto di ossigeno ai tessuti e questo stimolerebbe, altresì, il ricambio dei neuroni danneggiati. Resta da vedere, dunque, se i trattamenti finora effettuati avranno esiti completamente positivi e potranno essere applicati a livello internazionale nel campo della cura dell’autismo.
Fonte: aduc.it
