I ricercatori della University of Virginia School of Medicine hanno fatto progressi nell’uso di cellule staminali per fermare la perdita di vista causata dalla retinopatia diabetica.
La retinopatia colpisce moltissime persone affette da diabete e causa, in queste una progressiva perdita della vista.
I ricercatori sono riusciti a verificare che le cellule staminali prelevate da donatori sani potrebbero essere molto più efficaci, nel trattamento di questa patologia, rispetto alle cellule prelevate dagli stessi pazienti.
Il lavoro dei ricercatori è un punto fondamentale nella ricerca di soluzioni per prevenire la perdita della vista o, addirittura, invertire il processo, grazie all’iniezione di cellule staminali.
La scoperta non sorprende i ricercatori, che sono consapevoli che le cellule di una persona diabetica sono già, in parte, danneggiate dalla patologia, ma sperano comunque di poter usare cellule staminali prelevate dal tessuto adiposo, raccolto, ad esempio, durante una liposuzione, per fermare la degenerazione vascolare che porta alla cecità nei pazienti con retinopatia diabetica.
L’importanza di questa scoperta risiede nel fatto che ora, i medici, sono in grado di distinguere la qualità delle cellule staminali, identificando cellule staminali di buona e di cattiva qualità. Questo dovrebbe permettere loro di effettuare uno screening di controllo qualità preventivo e stabilire dei criteri per il controllo della qualità attraverso la comprensione di cosa funziona e cosa no.
Questo genere di trattamenti sono sempre più necessari, visto il numero di pazienti colpiti dalla retinopatia diabetica: ad oggi si stima, infatti, che più di 100 milioni di persone soffrano di questa patologia e disturbi collegati, al mondo e per trattarla occorre distruggere la maggior parte della retina con un laser o effettuare iniezioni direttamente nel bulbo oculare del paziente almeno una volta al mese, per il resto della loro vita.
L’idea alla base della ricerca è che sia sempre più possibile prelevare le cellule staminali da qualunque parte del corpo e iniettarle nell’occhio per trattare la patologia.
Fonte: www.news-medical.net