Un team di ricerca della Hanvang University, in Korea, ha pubblicato uno studio sull’effetto del trapianto di cellule staminali mesenchimali sul trattamento per il lupus. I primi risultati sul modello animale sarebbero incoraggianti.
Il lupus eritematoso sistemico è una malattia autoimmune cronica, per la quale al momento non esiste nessuna cura. Il sistema immunitario del corpo attacca organi sani tramite gli autoanticorpi, provocando infiammazioni, dolori cronici, se non addirittura la distruzione di diversi organi. Il trattamento più comune è quello mediante immunosoppressori, che però causano grossi effetti collaterali. Le normali cure sono inoltre spesso inefficaci contro il lupus, che nel 60% dei casi arriva a colpire i reni provocando un’ulteriore evoluzione della malattia, la nefrite. In questi casi il paziente può essere addirittura costretto a ricorrere alla dialisi.
I risultati sul modello animale mostrano che le infusioni di staminali mesenchimali abbasserebbero il livello di autoanticorpi (ovvero anticorpi il cui bersaglio sono sostanze dell’organismo stesso), ridurrebbero le infiammazioni e mitigherebbero i problemi ai reni. La terapia abbasserebbe inoltre i livelli di linfociti T helper follicolari, cellule coinvolte nella generazione degli autoanticorpi del lupus.
Le infusioni di cellule staminali mesenchimali, con conseguente abbassamento dei livelli di linfociti T helper follicolari, sono una potenziale e promettente terapia per il trattamento non solo del lupus e della nefrite, ma anche di altre malattie autoimmuni.
L’obiettivo è non solo alleviare i sintomi, ma trovare un modo per rallentare la progressione della malattia. Saranno ovviamente necessari ulteriori studi, volti a valutare i rischi di rigetto e gli effetti sull’organismo umano.
Fonte: lupusnewstoday.com