Il trapianto di cellule staminali del cordone ombelicale, combinato con quello di cellule staminali del midollo osseo, sarebbe alla base di un nuovo trattamento contro il diabete di tipo 1, efficace anche diversi anni dopo la diagnosi. I test clinici, effettuati su 42 pazienti e durati un anno, avrebbero evidenziato dei miglioramenti nei livelli di insulina, della glicemia a digiuno, dell’emoglobina glicata e del peptide C.
I pazienti coinvolti hanno tra i 18 e i 40 anni, sono affetti da diabete di tipo 1 da più di 2-16 anni e necessitano tutti di meno di 100 unità di insulina al giorno.
Per lo studio sono state usate cellule mesenchimali stromali, estratte da un unico cordone ombelicale per garantire risultati uniformi. Si tratta di cellule staminali multipotenti, che possono essere isolate anche dal midollo osseo, dal tessuto adiposo e dalla placenta. Si pensa che possano modulare le risposte immunitarie e i meccanismi di riparazione dei tessuti, ma lavori precedenti avevano già dimostrato che da sole non sono sufficienti contro i danni del diabete di tipo 1.
I ricercatori hanno aggiunto cellule mononucleari del midollo osseo alle cellule stromali, affinché stimolassero la rigenerazione delle cellule beta, ovvero le cellule pancreatiche che secernono l’insulina. Nel mentre, le cellule mesenchimali avrebbero inibito le cellule T, per evitare che facessero scattare una risposta immunitaria contro le nuove cellule beta.
Benché ci sia stata un’emancipazione dall’insulina in nessuno dei pazienti, avrebbero tutti mostrato un miglioramento nei livelli di glicemia a digiuno, un innalzamento dei livelli di insulina e di conseguenza una diminuzione delle unità di insulina giornaliere.
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