Un gruppo di ricerca svedese della Lund University avrebbe dimostrato che l’acido biliare verrebbe trasferito da madre a figlio, attraverso la placenta. L’acido servirebbe per stimolare la produzione di cellule staminali del sangue nel feto.
L’acido biliare viene prodotto dagli adulti durante il processo di digestione dei cibi. Uno studio su delle cavie gravide, però avrebbe rivelato nei feti una quantità di acido maggiore rispetto a quello da loro prodotto. L’acido proverrebbe quindi dalle madri passando attraverso la placenta, che filtrerebbe i fattori tossici e lascerebbe invece passare quelli innocui per il feto.
Le spiegazioni del fenomeno affonderebbero le radici in una ricerca precedente, riguardante la produzione in laboratorio di cellule staminali. La produzione di cellule staminali del sangue in vitro, quindi fuori da un corpo vivente, è particolarmente problematica. Le cellule nate in coltura presentano un accesso di proteine anomale all’interno del reticolo endoplasmatico. Ciò mette le cellule sotto stress e ne causa la morte.
L’acido biliare ridurrebbe lo stress del reticolo endoplasmatico, supportando la produzione di proteine durante il processo di divisione delle cellule e, durante la gravidanza, permettendo lo sviluppo regolare del feto. Basterebbe quindi aggiungerlo alla coltura delle cellule per ridurre il problema. Un metodo che sarebbe molto più veloce e sicuro di altri sperimentati in passato, che non prevedrebbe l’uso di sostanze artificiali, né di modificazioni genetiche.
Gli scienziati ipotizzano che alcune malattie del sangue, come la leucemia, siano causate da dei danni nella placenta della madre. L’acido biliare sarebbe quindi impossibilitato ad arrivare al feto, le cellule staminali del sangue non si svilupperebbero a dovere e questo avrebbe delle conseguenze più in là negli anni.
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