I ricercatori del McEwen Centre for Regenerative Medicine hanno realizzato un pacemaker biologico a partire da cellule staminali pluripotenti umane. Il processo potrebbe un giorno sostituire i pacemaker tradizionali.
Le cellule cardiache del nodo seno-atriale controllano i battiti del muscolo. Si possono deteriorare a causa di malattie congenite, incidenti o dell’età. Ciò causa problemi cardiaci più o meno gravi, che a volte devono essere affrontare mediante un pacemaker elettronico. I pacemaker sono dei piccoli macchinari esistenti fin dagli anni ’50, la cui struttura è rimasta a grandi linee identica nel corso degli anni. Questi svolgono la funzione delle cellule del nodo seno-atriale, regolarizzando il battito e consentendo al cuore di funzionare nella maniera corretta. Poiché sono congegni elettronici, è necessario revisionarli e di solito vanno cambiati ogni sette anni.
Lo studio canadese propone un tipo di trattamento in grado di durare per tutta la vita del paziente, che non necessiti di interventi successivi all’impianto. Il pacemaker proposto è infatti ottenuto a partire da cellule staminali pluripotenti ed è biologico. Si parla quindi di sostituire la parte malata del cuore con una nuova e derivante dalle cellule stesse del paziente. Un approccio del genere renderebbe non solo obsolete le apparecchiature elettroniche, ma sarebbe del tutto compatibile con l’organismo della persona malata.
Per il momento i ricercatori hanno testato il pacemaker biologico solo in vitro e su modelli animali. I primi test hanno mostrato che le nuove cellule sono in grado di attivare gli impulsi elettrici che fanno contrarre il cuore. I primi risultati sono quindi positivi, ma sarà necessario aspettare ancora anni prima di arrivare ai trial sull’uomo.
Fonte: phgfoundation.org
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