La dottoressa Irene Martini ha intervistato Fabio Perricone, ginecologo presso la clinica Ruesch di Napoli Referente della struttura per la Donazione di Sangue Cordonale presso l’ospedale Pausillipon di Napoli.
Gentile dott. Perricone, malgrado la sua giovane età, lei vanta diversi anni, direi almeno 10, di esperienza nel campo del prelievo delle cellule staminali da sangue cordonale, potrebbe raccontarmi, a suo avviso, sotto il profilo metodologico, come migliorare la qualità del prelievo?
“La raccolta del sangue cordonale, troppo poco frequente in Italia, necessita di piccoli accorgimenti metodologici” spiega il dott. Perricone. “da tempo, mi sono accorto che la cellularità del campione viene sottovalutata, laddove essa corrisponde a uno degli elementi essenziali all’uso dell’unità bancata”
Cos’è la cellularità?
“per cellularità si intende il numero totale di cellule nucleate presenti in un volume circoscritto. Al momento del trapianto, il numero di cellule nucleate è uno dei parametri fondamentali da conoscere” continua il dott. Perricone “il cordone misura circa 50 cm ed è fondamentale effettuare il prelievo in prossimità dell’estremità del neonato, esattamente 4 dita dopo l’inserzione del cordone ombelicale”
Perché è cosi determinante?
“perché cosi si massimizza la concentrazione di cellule provenienti dal midollo osseo del neonato e, in linea teorica, si dovrebbe fare un primo prelievo in situ e un secondo prelievo extra situ per ottimizzare fino ad ottenere il 20% in più di quantità di sangue di cordone”
“molto dipende chiaramente anche dalla fisiologia del cordone, dal calibro della vena cordonale e un fattore determinate è il tempo. Il prelievo deve essere eseguito nei 60 secondi successivi alla nascita e non oltre i 5 minuti per non perdere l’impulso pressorio”
Dott. Perricone, come è possibile generare una disseminazione dell’informazione il più possibile accurata sul prelievo?
“I ginecologi sono chiamati a informare i futuri genitori sulle scelte inerenti alla donazione o alla conservazione del sangue cordonale ma il personale addetto al prelievo è l’ostetrica e quindi la formazione è rivolta a loro principalmente”
“un prelievo effettuato bene genera maggiori possibilità sia per chi ha deciso di donare che per chi desidera conservare. Nell’esperienza maturata in ambito di donazione la quantità di cellule prelevate può spesso essere un limite. Nella mia esperienza personale, impiegando attenzione e dovizia al prelievo, il volume del prelievo è molto più alto, offrendo pertanto un numero di bancaggio decisamente superiore alla media nazionale (del 10-15%) fino ad arrivare al superare il 30% delle raccolte idonee ad essere bancate”
Che differenza c’è tra la donazione e la conservazione? Qual’ è il suo punto di vista?
“Io sono figlio di un ematologo e ho sviluppato da subito una sensibilità per questa opportunità terapeutica. Spesso i ginecologi svolgendo un altro mestiere, non riflettono sufficientemente sull’uso delle staminali. Io ho avuto la possibilità di capirlo subito, da giovane”
“vede dott. Martini, io paragono la scelta del prelievo per donazione ad un treno con tanti vagoni che devono susseguirsi ed essere funzionali l’uno all’altro. Per la conservazione, un solo vagone è sufficiente, per la donazione il treno deve essere composto da più vagoni, deve esserci un buon prelievo, un’anamnesi familiare senza patologie, una volontà dei genitori a donare, e un servizio di raccolta e trasporto alle banche di sangue cordone ombelicale (BASCO) efficiente”
Perché non si parla mai di questo tema e in Italia, il 98% dei cordoni diventano rifiuti biologici quando oltre 40.000 trapianti sono stati effettuati al mondo, oltre 100 studi clinici sono oggi attivi, più di 80 patologie trattabili e decine di migliaia di pubblicazioni scientifiche sono presenti?
“Lei mi chiede perché non si parla di conservazione o di donazione? Perché della conservazione le banche private sono promotrici mentre per la donazione non vengono stanziati sufficienti fondi per la comunicazione”
Come possiamo superare questa impasse?
“creando opportunità di workshops con le ostetriche e parlandone al grande pubblico congressuale con dei corsi ECM dedicati. La cultura del volontariato nel volere essere promotore di una cittadinanza scientifica dove le persone direttamente interessate al prelievo siano in grado di formare i propri pari”
“richiamo anche l’interdisciplinarità: ematologo, ginecologo, ostetrica, tutti dovrebbero partecipare al processo decisionale e fattuale relativo al diritto di donare e di conservare il sangue cordonale”
“un esempio analogo che mi sta a cuore è il social freezing degli ovociti in ambito di PMA. In questo caso le competenze si allargano all’embriologo, al genetista e all’endocrinologo oltre al ginecologo”
Grazie dott. Perricone per l’energia e il cuore che mette a disposizione del suo lavoro, al di là delle scelte di ognuno, credo sia fondamentale fare informazione perché solo una scelta informata può essere considerata tale.
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Badalà/Lombardo (Cliente Sorgente)
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