Lo studio pubblicato su Scientific Reports, rivista del gruppo di Nature, propone un modello fisico che rappresenta la deformazione e la migrazione delle cellule che migrano in un microambiente.
Le cellule sono influenzate dalle chemochine ma la modalità con cui questo avviene entra in contrasto con le teorie precedenti basate su processi biochimici, non accessibili senza molecole in grado di documentarne la veridicità.
Gli autori hanno scelto di lavorare con le cellule ematopoietiche del sangue cordonale e la loro capacità migratoria all’interno del midollo osseo dove le cellule devono interagire con la superficie midollare in modo quantitativo.
La ricerca ha utilizzato come molecola reporter SDF1α, chemochina nota per influenzare la migrazione cellulare.
Il modello lineare ha dimostrato come le capacità adesive al substrato e le traiettorie migratorie siano modulate dall’assenza di SDF1α ma un modello non lineare basato sulla presenza di SDF1α è l’unico a poter spiegare la persistenza e l’incremento della migrazione.
Quindi i risultati della ricerca hanno dimostrato che SDF1α determini le interazioni non lineari tra la forma delle cellule e la velocità di migrazione cellulare.
Fonte: Scientific Reports, 2018
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