Un ricercatore cinese dell’Università di Shenzhen sostiene di aver contribuito a creare i primi bambini al mondo a essere geneticamente modificati. Il Dottor He Jiankui ha riferito di aver modificato geneticamente – con la tecnica CRISPR/CAS9 – embrioni che sono stati portati avanti nello sviluppo, letteralmente “creando” due gemelle “resistenti al virus dell’AIDS”.
Ma come si è intervenuto sugli embrioni delle coppie sieropositive coinvolte nell’esperimento cinese? Facendo ovviamente ricorso al gene editing, tecnica di terapia genica in cui una specifica sequenza del DNA cellulare, definita “target”, è direttamente modificata. L’evento di modificazione si ottiene sostanzialmente introducendo all’interno delle cellule una sequenza esterna di DNA, in grado di riconoscere in maniera specifica la sequenza target e apportare una specifica conversione. I vantaggi del gene editing nei protocolli di terapia genica sono diversi. La correzione del difetto genico avviene in modo specifico, quindi può essere applicato nella cura delle malattie genetiche, indipendentemente dalle dimensioni del gene. La correzione è permanente, e permette di conservare l’integrità del gene, cioè mantiene invariate gli “interruttori” del gene stesso lasciando perciò inalterati i meccanismi di funzionamento.
La preoccupazione consiste nel fatto che queste tecniche certamente più semplici di quelle fino ad oggi utilizzate, consentirebbero la correzione del DNA anche nelle cellule embrionali o nei gameti (cellule uovo o spermatozoi), permettendo quindi di dare origine a neonati geneticamente modificati soprattutto in Paesi dove i controlli e le autorizzazioni per esperimenti di ingegneria genetica sono facili da superare. Ma i risultati vantati dal gruppo cinese non sono stati ancora pubblicati ufficialmente.
Il “Nuffield Council on Bioethics” ha recentemente concluso che l’impiego dell’editing genetico su embrioni umani, spermatozoi o uova potrebbe essere considerato “moralmente ammissibile” soltanto in alcuni casi. Si pensi ad esempio alla possibilità di correggere il gene difettoso che causa la “morte improvvisa” nelle famiglie dove questo gene si tramanda da generazioni e dove ogni nuovo nato rischia il 50% di avere ereditato questo gene e quindi di manifestare la malattia all’improvviso durante ad esempio una partita di calcio, oppure nel caso di tumori ereditari ben identificati. L’editing genetico potrebbe eliminare definitivamente questi geni difettosi in queste famiglie.
Fonte: AGI
"Siamo davvero rimasti soddisfatti, azienda seria, tutor sempre a disposizione, personale competente e professionale. Complimenti!"
Badalà/Lombardo (Cliente Sorgente)
Leggi i commenti lasciati dai nostri clienti.