Giorni fa, ero ad un corso preparto e presentavo i dati neurologici sull’uso delle cellule staminali da sangue cordonale.
In aula un papa neurologo, mi dice “dott.ssa come mai noi neurologi non sappiamo molto sull’argomento, possibile?”
Io rifletto e rispondo con pubblicazioni scientifiche e affermo che purtroppo, i medici, si trovano prevalentemente inondati di problemi quotidiani e che in Italia non vi è alcuno sforzo per garantire una comunicazione scientifica traslazionale che consenta di dialogare tra diversi campi di applicazione.
Pertanto la medicina rigenerativa viene ancora vista come futuribile quando all’estero è una realtà consolidata.
In una intervista con Joanne Kurtzberg, esperta mondiale di applicazioni neurologiche con le cellule staminali cordonali, non si parla più di un effetto vago, indiretto e poco circostanziato ma bensì di una popolazione cellulare specifica presente nella vena cordonale, i monociti CD14, per la quale dati probanti dimostrano l’effetto che ha nella rigenerazione neurologica a seguito di lesioni.
Joanne sostiene e dimostra che non solo le lesioni non vengono riparate in assenza di tale popolazione ma che la dose di cellule staminali somministrata è direttamente proporzionale al miglioramento secondo i parametri di valutazione GMFM66 sia nelle lesioni statiche che in quelle dinamiche.
Questi parametri misurano in modo scalare 66 diverse funzioni neurologiche con dei livelli che indicano il raggiungimento del livello 1 come obiettivo finale.
Bene, nei pazienti con paralisi cerebrale in presenza di cellule CD14 vi è un miglioramento del 30% rispetto ai pazienti di controllo.
La stessa valutazione in ambito di spettro autistico migliora del 70%.
Ripeto, dati pubblicati e presenti in letteratura scientifica e allora come mai la comunità scientifica di neurologia non li vede?
Un’idea sicuramente ricorrente è che il tema delle staminali è stato talmente tanto vituperato e abusato che ha generato un atteggiamento di vigilanza un po’ cinico di cui la scienza non ha veramente bisogno.
Lo studio espanso che oggi arruola pazienti da tutto il mondo alla Duke University sarà finalmente accreditato dai neurologi quando vedranno gli affetti sui propri pazienti e non potranno più rimanere semplici osservatori.
Questo meccanismo è già vero in altre specializzazioni come l’ortopedia.
I tempi della scienza sono sempre lunghi, faticosi ma il tempo è dalla parte della scienza.
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Badalà/Lombardo (Cliente Sorgente)
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