JOENSUU (FI), 2019 — Uno studio condotto con un nuovo modello di cellule staminali retro-indotte ha rivelato che il rischio genetico prevalente nel morbo di Alzheimer è l’apolipopotreina E4 (APOE4), che blocca l’azione delle cellule immunitarie del cervello, la microglia. I risultati sono stati pubblicati su Stem Cell Reports.
Lo studio è stato effettuato presso l’Università di Eastern in Finlandia in collaborazione con l’Università di Wollongong in Australia, e l’Università di Helsinki in Finlandia.
Il morbo di Alzheimer, è la causa più frequente di demenza senile e dipende da una produzione troppo elevate di proteina amiloide che danneggia i neuroni portandoli a morte e riducendo la massa cerebrale. Ad oggi non è nota l’attivazione di questo processo, non esiste cura per l’Alzheimer.
La microglia ha il compito di rimuovere l’amiloide dal cervello attraverso un meccanismo chiamato fagocitosi. Nell’Alzheimer la funzione della microglia è compromessa generando pertanto l’aumento della perdita di neuroni.
APOE4 rappresenta il rischio genetico maggiore per l’Alzheimer. Le apolipoproteine giocano un ruolo determinante nel metabolismo dei lipidi, come il colesterolo, e contribuiscono a riparare il danno cellulare nel cervello. Sono presenti in tre isoforme ma solo l’APOE4 predispone all’ Alzheimer, più del 50% dei pazienti presentano questa isoforma ma il suo ruolo non è ancora chiaro.
In questo studio i ricercatori hanno dimostrato che APOE4 promuove la risposta infiammatoria della microglia umana ma al contempo riduce la capacità delle cellule di migrare e di fagocitare il materiale patogeno. Queste funzioni sono importanti per mantenere l’omeostasi, per proteggere dai patogeni infettivi e per controllare la normale morte cellulare che avviene con l’invecchiamento. Oltre a ciò, i ricercatori hanno potuto dimostrare che APOE4 blocca l’attività metabolica della microglia.
Quindi APOE4 ha un forte impatto sulle funzioni basali della microglia umana. Il metabolismo della microglia potrebbe aprire la strada per nuovi trattamenti terapeutici e per la prevenzione dell’Alzheimer.
In questo studio, le cellule staminali retro-indotte derivati da pazienti con Alzheimer si sono rivelate un ottimo strumento di indagine per capire il metabolismo della microglia e focalizzare l’attenzione su nuovi bersagli terapeutici.
Fonte: Stem cells Report
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