La terapia con cellule staminali aiuta il cuore a recuperare dall’attacco cardiaco per motivi diversi da quelli ipotizzati negli ultimi due decenni. Questa è la conclusione pubblicata su Nature che dimostra che le cellule staminali agiscono ma in modo completamente diverso da come si era inizialmente immaginato, ovvero sostituendo le cellule del cuore danneggiate o morte.
Lo studio ha svelato che iniettare cellule staminali vive o morte nel cuore leso di topini comporta l’attivazione di una risposta infiammatoria che genera una risposta riparativa attivando determinate proprietà meccaniche.
Il processo riparativo secondario è mediato dai macrofagi del sistema immunitario secondo Jeffery Molkentin, Ph.D., primo autore del lavoro, direttore del centro di microbiologia molecolare vascolare del Cincinnati Children’s Hospital Medical Center e professore del Howard Hughes Medical Institute (HHMI).
Mentre la risposta immune innata altera in modo acuto l’attività cellulare in prossimità della lesione cardiaca così che l’area interessata guarisca con un processo di cicatrizzazione ottimale e quindi un miglior recupero nell’attività contrattile.
Il lavoro è stato eseguito in un primo momento con due tipologie cellulari: le cellule staminali del midollo osseo e i progenitori cellulari cardiaci.
Sorprendentemente, però, se si aggiungevano cellule morte o un prodotto chimico chiamato Zymosan al cocktail cellulare si ottenevano risultati riparativi migliori. Lo Zymosan è una sostanza che attiva la risposta innata del sistema immunitario.
I ricercatori hanno dimostrato che le cellule staminali o le terapie con Zymosan riducono la formazione di matrice connettivale extra cellulare nell’area lesa e promuovono una riparazione cicatriziale migliore nelle sue qualità meccaniche.
Il dott. Molkentin e i sui colleghi hanno anche dimostrato che le cellule staminali e lo Zymosan devono essere iniettati direttamente nel cuore per agire al meglio in corrispondenza della regione lesa.
Inoltre l’uso del Zymosan genera effetti benefici a più lungo termine.
Le cellule staminali e i detriti cellulari di cellule morte, così come lo Zymosan, agiscono sull’attivazione della risposta innata che a sua volta porta alla formazione di macrofagi che svolgono un’attività volta a un miglior recupero funzionale del cuore.
Fonte: Nature
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