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Autotrapianto di staminali con modifica genetica per il linfoma e il paziente guarisce

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Autotrapianto di staminali con modifica genetica per il linfoma e il paziente guarisce

I linfomi sono tumori maligni costituiti da linfociti che hanno perso i controlli fisiologici normali di proliferazione e crescita. Grazie alla chemio-immunoterapia, circa il 60% dei linfomi B aggressivi possono essere guariti in prima intenzione. Una parte dei pazienti che non rispondono al trattamento iniziale o subiscono una ricaduta di malattia possono beneficiare successivamente del trapianto di cellule staminali autologhe, tuttavia con un tasso di successo limitato (da 10 a 50%). Il confronto nell’ambito di uno studio clinico dell’autotrapianto con la terapia a base di cellule CAR-T è quindi indispensabile nella ricerca di risultati terapeutici migliori.

Il trattamento con cellule CAR-T consiste nel prelievo dal sangue del paziente di linfociti della linea T, ovvero, cellule del sangue responsabili della difesa immunitaria non solo contro le infezioni ma anche contro i tumori. Le cellule tumorali sono in grado di ingannare i linfociti normali del paziente ed eludere il loro controllo. Linfociti T prelevati dal paziente sono sottoposti nel laboratorio ad una procedura di ingegneria genetica per rafforzarli e permettere loro di riconoscere con più precisione il tumore. A fini terapeutici, i linfociti T così trasformati vengono somministrati nuovamente al paziente e all’interno del corpo si moltiplicano e attaccano il tumore, distruggendolo definitivamente e liberando la persona dalla malattia. Si tratta quindi di un sofisticato approccio che sfrutta le difese naturali anti tumore, combinando tecnologie di avanguardia come la terapia genica e l’immunoterapia.

Il malato, si legge in una nota odierna, era in cura per un linfoma di tipo B aggressivo che non risponde al trattamento classico.

Nel giro di due settimane le nuove cellule hanno distrutto definitivamente il tumore e liberato la persona dalla malattia. Il trattamento è stato ben tollerato dal corpo del malato: una successiva Tac ha confermato la scomparsa della malattia. Casi simili si contano ancora sulle dita di una mano: il trattamento è stato approvato solo di recente per pazienti refrattari a più linee di trattamento. In precedenza questi pazienti non avevano più speranza di guarigione.

Lo IOSI ha iniziato la procedura di certificazione federale, necessaria per l’utilizzo della terapia CAR T nella pratica quotidiana. L’accreditamento dovrebbe arrivare nel secondo semestre dell’anno prossimo. Ed è proprio questo il punto centrale che riguarda la CAR-T e il suo arrivo in Italia per tutti.

Le liste di attesa sono lunghe, tante persone che potrebbero sottoporsi alla terapia non arrivano a farla, non ci sono date definitive sull’inizio della Car-T negli ospedali italiani.

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Badalà/Lombardo (Cliente Sorgente)

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