1. Cellule staminali del sangue e mesenchimali del tessuto: qual è la fotografia attuale di questo primo semestre del 2020?
In questo primo semestre direi che il fatto più importante in relazione all’uso delle cellule staminali mesenchimali è stato il riconoscimento da parte dell’Agenzia del Farmaco del loro valore terapeutico grazie all’approvazione di diversi studi clinici a partire da cellule mesenchimali da tessuto cordonale.
L’uso delle cellule mesenchimali è principalmente orientato alle loro proprietà anti-infiammatorie e al rilascio di fattori di crescita che hanno un potenziale riparativo e rigenerativo. Tale rilascio avviene anche attraverso la produzione di vescicole contenenti tali fattori di crescita note come esosomi.
2. Ci sono stati casi di coronavirus trattati con terapie a base di cellule staminali?
Assolutamente. La corsa contro il tempo ha accelerato l’attivazione di usi compassionevoli e studi clinici di cui il più importante si è svolto negli Emirati Arabi Uniti dove oltre 2000 pazienti ricoverati per Covid-19 sono stati trattati con cellule staminali e hanno dimostrato di avere un recupero post-infezione molto più rapido rispetto ai pazienti non trattati. Infatti la permanenza del ricovero si è ridotta di 2/3. Anche qui le cellule staminali sono state le cellule mesenchimali.
3. L’emergenza COVID-19 ha influito sulle scelte familiari per la conservazione delle cellule staminali?
L’emergenza Covid ha avuto un impatto sulla donazione del sangue cordonale che è stata sospesa.
La conservazione familiare delle cellule staminali ha avuto un ottimo riverbero scientifico positivo in ragione dell’uso del tessuto cordonale per trattare l’infiammazione da covid-19. Certo l’impatto economico dell’emergenza ha generato una fase di flessione che ora però è in recupero.
4. Quali sono gli obiettivi più rilevanti oggi raggiunti dai trattamenti con le cellule staminali?
Gli obiettivi in ambito di ricerca sono legati all’ingegneria molecolare ovvero alla sostituzione di geni difettivi nelle cellule staminali e al loro impianto con geni sani, alla creazione di organoidi a partire dalle cellule staminali, al trattamento oncologico con l’immunoterapia a partire da cellule derivate dalla linea ematopoietica, all’uso delle cellule perinatali in modo più esteso (cellule da membrane, placenta, liquido amniotico) oltre all’uso già noto da sangue cordonale e da tessuto cordonale. In ambito neurologico, i trattamenti riguardano sempre più singole popolazioni cellulari, come i monociti CD14 o le cellule DUOC-01 derivate da sangue cordonale.
5. Le infusioni di cellule staminali stanno registrando buoni risultati complessivi nei trattamenti per il disturbo dello spettro autistico. Come stanno procedendo i trial clinici?
E’ stato appena pubblicato lo studio di fase II su “Journal of Pediatrics” da parte della dott.ssa Kurtzberg su 180 bambini affetti da spettro autistico dove si registra un risultato statisticamente significativo nel miglioramento delle capacità comunicative e cognitive dei bambini trattati da 2-7 anni con quoziente intellettivo superiore a 7 anche se lo studio suggerisce di procedere con infusioni multiple per ridurre i sintomi dell’autismo.
6. Dottoressa, lei ha organizzato dei webinar per aiutare sempre di più le famiglie a capire come funziona la conservazione delle cellule staminali e la loro importanza: c’è qualcosa che è emerso durante questi incontri? La partecipazione è attiva?
La presenza dei webinar ha consentito di creare una relazione a distanza con le famiglie in totale sicurezza, offrendo cosi la possibilità di porre delle domande in diretta e generare una comunicazione alla pari in un momento di fragilità emotiva di tutti. La vicinanza ha aperto le porte alla conoscenza e all’affidabilità di un servizio che non ha avuto alcuna sospensione durante tutto il contingentamento.
7. Come donna di scienza impegnata costantemente nella ricerca, c’è qualcosa su cui vorrebbe sensibilizzare maggiormente le famiglie?
Vorrei che i genitori capissero la responsabilità che hanno nel declinare le scelte terapeutiche per i propri figli. Fino alla maggiore età siamo responsabili per ogni loro singola cellula e spesso non ci rendiamo conto di cosa possa significare offrire scelte terapeutiche. Troppe volte come genitori non siamo sufficientemente informati benché responsabili. La scienza di oggi è la terapia del futuro e dobbiamo stare al passo con i tempi.
8. Le cellule staminali potrebbero rappresentare le terapie del futuro?
Certamente, le cellule staminali sono già la terapia del presente e avranno un ruolo sempre più determinante in futuro. Da un pugno di cellule staminali nasce un organismo umano. Siamo noi ricercatori che abbiamo un ritardo nel comprenderle. Il loro mestiere, le cellule lo conoscono bene, sono nate per questo.
"Siamo davvero rimasti soddisfatti, azienda seria, tutor sempre a disposizione, personale competente e professionale. Complimenti!"
Badalà/Lombardo (Cliente Sorgente)
Leggi i commenti lasciati dai nostri clienti.