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SARS-CoV-2 infetta le neurosfere

SARS-CoV-2 può infettare le cellule progenitrici del sistema nervosa come dimostra una ricercar effettuatua dal Shenzhen Institutes of Advanced Technology (SIAT) dell’Accademia cinese e i loro collaborator dell’Università di Hong Kong (HKU).

Questo studio è stato pubblicato su Cell Research.

Il COVID come sappiamo è causato da SARS-CoV-2, oggi la causa della sindrome da distress respiratorio per la quale oltre 17 milioni di casi sono stati confermati al mondo e con 686 703 decessi in 218 paesi fino a agosto 2020.

Questo coronavirus causa una patologia respiratoria con manifestazioni cliniche molto somiglianti a quelle della SARS. Ma sintomi neurologici come mal di testa, assenza di gusto e olfatto, encefalopatie, sono tipici del SARS-CoV-2.

Uno studio eseguito su 214 pazienti ospedalizzati a Wuhan riporta che nel 36,4% dei casi di tutti I pazienti e nel 45,5% casi dei pazienti gravi, vi erano sintomi neurologici. Altri studi effettuati in Germania e in Francia hanno rivelato che l’84,5% e il 36,4% dei pazienti rispettivamente ai paesi, presentava sintomi neurologici e infezione virale al cervello. Ad oggi però non vi è evidenza scientifica della presenza del coronavirus nel cervello.

Per esplorare questa ipotesi il virus è stato messo in contatto con neurosfere in laboratorio per verificare la sua capacità di infettarle. Le neurosfere sono organoidi formati a partire da cellule staminali retro-indotte meglio note come IPSC .

I risultati hanno dimostrato che le cellule IPSC erano sensibili ma non infettabili da SARS-CoV-2 mentre le neurosfere erano infettabili e si è rilevata la presenza del virus che può quindi moltiplicarsi in modo produttivo nel sistema nervoso centrale.

In modo interessante, è stato rivelato anche un marker neuronale, TUJ1 e la NESTINA nelle cellule infettate definendo cosi una popolazione di cellule neuronale afferenti alla corteccia cerebrale.

Il gruppo di ricerca ha suggerito che le conseguenze a lungo termine devono essere monitorate da vicino e non devono essere sottovalutate.

Fonte,: Cell Research, 2020

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