La sindrome respiratoria acuta indotta da SARS-Cov2 ha toccato nicchie di popolazione che si trovano in condizioni immunitarie più fragili, come le donne in gravidanza. Si contano 150 milioni di nascite al mondo e il rischio di trasmissione avrebbe potuto essere dilagante ma i risultati di uno studio appena riportato su Nature indicano un indice di trasmissibilità da mamma a feto veramente residuale.
Benché la popolazione di donne gravide abbia un rischio di contrarre l’infezione analogo alle donne di pari età cosi come accade con il virus dell’influenza, i sintomi delle donne in attesa sono più gravi e questo per via di una fragilità immunitaria durante il periodo di gravidanza. Le donne in attesa ricorrono alle terapie intensive più spesso con necessità di supporto di ventilazione e di circolazione che a volte conduce anche alla morte.
La sindrome respiratoria acuta indotta da SARS-Cov2 ha toccato nicchie di popolazione che si trovano in condizioni immunitarie più fragili, come le donne in gravidanza. Si contano 150 milioni di nascite al mondo e il rischio di trasmissione avrebbe potuto essere dilagante ma i risultati di uno studio appena riportato su Nature indicano un indice di trasmissibilità da mamma a feto veramente residuale. La viremia riscontrata nel 8-40% dei casi porta a manifestazioni extra-polmonari che coinvolgono altri organi. Nel 25% dei casi si è manifestato un coinvolgimento cardiaco che avrebbe potuto indicare una complicazione e una eventuale trasmissione al feto ma, di fatto, questo si è verificato in un numero limitatissimo di casi, solo il 2-3%.
Il lavoro condotto dal team della Columbia University, analizza da vicino la trasmissibilità al feto e riporta 66 casi dove non si è verificata alcuna infezione fetale e per i quali è stata condotta una indagine approfondita della presenza dei recettori virali, della moltiplicazione virale e dei sintomi materni.
Il report scientifico appena pubblicato su Nature conferma i dati di scarsa trasmissibilità del virus Sars-Cov2 durante la gravidanza anche se le donne in attesa sembrano avere maggiore rischio di essere affette rispetto a donne della stessa età. Le condizioni cliniche severe delle donne in gravidanza sono associate a una maggior presenza del recettore ACE2.
Fonte: Nature
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