Sicure ma non efficaci. È il verdetto che viene dal più ampio studio clinico internazionale mai condotto sull’azione delle cellule staminali mesenchimali autologhe nella sclerosi multipla, coordinato dall’IRCCS Ospedale Policlinico San Martino di Genova con l’Università di Genova, e pubblicato oggi sulla rivista The Lancet Neurology. Queste cellule erano considerate una promettente opzione terapeutica per la loro capacità di modulare l’azione del sistema immunitario, ma lo studio dimostra che, sebbene sicure, esse non riducono l’infiammazione cerebrale e le lesioni provocate dalla malattia. MESEMS, questo il nome della sperimentazione, non chiude però tutte le porte alla speranza di poter trovare una strategia neuro-protettiva con le cellule staminali mesenchimali, perché la sicurezza e tollerabilità della procedura, unite alle potenzialità di queste cellule, spronano a indagare se altri tipi di staminali mesenchimali, altre vie di infusione e altri dosaggi o frequenze di somministrazione possano consentire in futuro risultati migliori.
“Lo studio, disegnato accuratamente proprio per valutare la sicurezza e l’efficacia di questa terapia, ha centrato l’obiettivo solo a metà: l’ infusione di staminali si è infatti dimostrato sicuro e ben tollerato, ma non è emerso l’effetto desiderato di spegnere l’infiammazione, misurata attraverso il numero di nuove lesioni identificate dopo 24 settimane con la risonanza magnetica cerebrale”, spiega il coordinatore della ricerca Antonio Uccelli, neurologo e Direttore Scientifico dell’IRCCS Ospedale Policlinico San Martino di Genova. “La terapia non ha dato effetti neppure su parametri clinici quali la frequenza di ricadute né la progressione di disabilità”.
“Siamo fiduciosi che ulteriori studi su questo tipo di cellule e gli altri studi italiani su altre cellule staminali che finanziamo da anni e che vedono in prima linea anche i ricercatori dell’IRCCS di Genova possano rispondere a tutti quei quesiti che la scienza sottopone e alle attese delle persone per arrivare domani ad avere una terapia efficace per la riparazione del danno”, dichiara Mario Alberto Battaglia Presidente della FISM.
Sebbene le cellule staminali mesenchimali non abbiano dimostrato benefici sull’infiammazione tipica della malattia, saranno necessari ulteriori studi per verificare gli effetti del trattamento nel promuovere la riparazione del danno del tessuto nervoso e di conseguenza sul rallentamento del decorso della patologia”. Per farlo dovranno essere prese in considerazione altre variabili cruciali come la fonte delle cellule, valutando per esempio se siano più adatte cellule staminali mesenchimali provenienti da altri tessuti, per esempio del tessuto adiposo, del paziente stesso o di un donatore sano; verificare se vi siano differenze con altre vie di infusione; valutare possibili benefici modificando la quantità di cellule staminali somministrate in proporzione al peso corporeo di chi le riceve e la frequenza di infusioni, singole o multiple. “Speriamo in un prossimo futuro di poter rispondere a questi quesiti, ma senza dubbio desideriamo rivolgere un sincero grazie a tutte le 144 persone che hanno creduto in questa ricerca e a FISM che ha reso possibile questo studio finanziando il progetto”, conclude Uccelli.
"Siamo davvero rimasti soddisfatti, azienda seria, tutor sempre a disposizione, personale competente e professionale. Complimenti!"
Badalà/Lombardo (Cliente Sorgente)
Leggi i commenti lasciati dai nostri clienti.