Gli scienziati di Oxford hanno identificato un gene specifico che raddoppia il rischio di insufficienza respiratoria da Covid-19 . Questa scoperta potrebbe spiegare perché alcuni gruppi etnici sono più suscettibili di malattia grave di altri. Secondo i ricercatori, una versione a più alto rischio del gene impedisce molto probabilmente alle cellule – che rivestono le vie aeree e i polmoni – di rispondere correttamente al virus.
Circa il 60% delle persone sud-asiatiche hanno questa versione del gene, rispetto al 15% di quelle con patrimonio europeo, secondo lo studio pubblicato il 4 novembre. I risultati aiutano a spiegare perché più alti tassi di ospedalizzazione e morte possono essere stati visti in alcune comunità e nel subcontinente indiano.
Gli autori hanno avvertito che il gene non può essere utilizzato come unica spiegazione in quanto molti altri fattori, come le condizioni socioeconomiche, giocano un ruolo. Nonostante un impatto significativo del virus alle persone con ascendenza afro-caraibica, solo il 2% porta il genotipo a più alto rischio.
Le persone con il gene, noto come Lztfl1, beneficerebbero particolarmente della vaccinazione, che rimane il miglior metodo di protezione. I risultati aprono alla possibilità di ricercare trattamenti specifici per i pazienti con questo gene, anche se nessun farmaco su misura è attualmente disponibile.
«Questo – , ha detto James Davies, co-autore principale e professore associato di genomica a Oxford che ha lavorato in terapia intensiva durante la pandemia – dimostra che il modo in cui il polmone risponde all’infezione è fondamentale. È importante perché la maggior parte dei trattamenti si sono concentrati sul cambiare il modo in cui il sistema immunitario reagisce al virus».
Davies e i suoi colleghi hanno trovato il gene usando l’intelligenza artificiale e una tecnologia molecolare all’avanguardia. Il team ha addestrato un algoritmo per analizzare grandi quantità di dati genetici da centinaia di tipi di cellule in tutto il corpo, e poi ha usato una nuova tecnica che ha permesso loro di affinare il Dna dietro questo specifico segnale genetico. A parità di condizioni, «se hai il genotipo a rischio più elevato e ti senti molto male con il Covid, c’è un 50% di possibilità che non ti sarebbe successo se avessi avuto il genotipo a rischio più basso”, ha concluso Davies
Fonte: Il Sole 24 ore
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