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Linfoma a grandi cellule e terapia cellulare

Sono state registrate risposte durature e significative dopo il trattamento di prima linea, quello cioè che viene somministrato a pazienti che non hanno mai ricevuto prima una chemioterapia, nell’ambito del linfoma a grandi cellule B recidivato o refrattario.

La prima presentazione dei risultati dell’analisi primaria della ricerca ha fatto segnalare risposte complete in oltre la metà dei pazienti con linfoma a grandi cellule B recidivante o refrattario (il sottotipo più comune di linfoma non-Hodgkin, un gruppo eterogeneo di neoplasie del sistema emolinfopoietico che hanno origine dai linfociti B o dai linfociti T) dopo la terapia di prima linea e non considerati candidabili al trapianto di cellule staminali in base a parametri come l’età, la funzionalità dell’organo interessato e le comorbidità, al di là del tempo legato alla recidiva dopo il trattamento di prima linea. “Per i pazienti con linfoma a grandi cellule B refrattario o recidivante dopo la prima linea di trattamento, il trapianto di cellule staminali è sempre stato l’unica opzione terapeutica potenzialmente curativa”, ha spiegato Leo I. Gordon, sperimentatore dello studio e professore di medicina presso la Northwestern University Feinberg School of Medicine e presso il Robert H. Lurie Comprehensive Cancer Center di Chicago. “Ma in realtà molti pazienti non sono candidabili al trapianto di cellule staminali, rendendo quindi limitate le opzioni di trattamento”, ha aggiunto. I risultati dello studio “PILOT”, compresi gli esiti riferiti dai pazienti, però ha mostrato che “il trattamento con liso-cel come terapia di seconda linea offre risposte durature, con un miglioramento della qualità di vita dei pazienti che avevano storicamente una prognosi scarsa”, ha aggiunto.

Proprio l’analisi degli esiti riferiti dai pazienti nel corso dello studio “PILOT”, riportano gli esperti, ha segnalato che il trattamento con “Lisocabtagene maraleucel” ha migliorato i parametri della qualità di vita legati alla salute degli stessi partecipanti. La terapia cellulare car-t, analizzata in due studi differenti nel setting di seconda linea del linfoma a grandi cellule B, potrebbe diventare, se approvata, una particolare ed importante opzione terapeutica nel caso di fallimento della terapia di prima linea. I dati dello studio, tra l’altro, verrano discussi anche durante il prossimo congresso dell’American Society of Clinical Oncology (ASCO) in programma sabato 4 giugno.

 

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Badalà/Lombardo (Cliente Sorgente)

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