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Succhiando tutto il midollo della vita

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È straordinario come il nostro corpo riesca a svilupparsi, crescere e cambiare in modo così impeccabile: una testa con due orecchie, non una di più; gambe con delle ginocchia che si piegano senza problemi, almeno fino ai quarant’anni; uno scheletro che sostiene e protegge tutto.

Non sempre va così, però. A volte nasciamo con le “informazioni di montaggio” sbagliate, come nel caso di Mason Shaffer.

È il 2009, Mason Shaffer ha pochi mesi e, per quanto ne sanno i medici, non vedrà mai gli anni ‘20 del secondo millennio. Mason è infatti nato con un disturbo genetico bizzarro: le ossa grosse. O meglio, l’Osteopetrosi Maligna Infantile (MIOP).

Semplificando, l’organismo non riassorbe le cellule d’osso che non servono più, che quindi si accumulano. Lo strato di osso si inspessisce sempre di più, finché non schiaccia il midollo, i nervi, gli organi circostanti.

Nel 2009, i medici dicono a due genitori disperati che non esistono farmaci contro l’Osteopetrosi. L’unica speranza è un trapianto di midollo osseo, efficace solo nel 50% dei casi. Non resta che trovare un donatore, quindi.

Medici e genitori sperano nel fratello maggiore di Mason, ma le analisi li smentiscono presto: il bambino non è compatibile e non ci sono altri possibili donatori; non tra i loro conoscenti, quanto meno.

La seconda possibilità – l’ultima – è trovare un donatore di sangue cordonale. Le staminali del cordone sono infatti più versatili ed è più difficile che provochino un rigetto.

A soli 7 mesi, Mason riceve le staminali del cordone ombelicale di un bambino sconosciuto. I genitori attendono con il fiato sospeso che succeda qualcosa, qualsiasi cosa. Pian piano, la malattia di Mason regredisce.

Sono passati 15 anni e Mason è un adolescente, ormai. Il suo metabolismo è nella norma, il sistema immunitario funziona a dovere; ha ossa forti, grosse il giusto, in grado di resistere anche quando pratica Brazilian Jiu Jitsu o gioca a football americano. Non assomiglia per nulla al bimbo fragilissimo arrivato in ospedale nel 2009.

Il suo unico problema è la vista: prima del trapianto, la malattia ha fatto in tempo a lesionare i nervi ottici. Un prezzo tutto sommato basso, se pensiamo a come potevano andare le cose.

Nonostante la vista, Mason va bene a scuola e vorrebbe frequentare l’università; non ha ancora scelto la facoltà, ma intanto segue i corsi avanzati del liceo. Tra una sessione di studio, un incontro di Brazilian Jiu Jitsu e una partita di football, suona la batteria e il pianoforte.

Potremmo chiederci dove trova il tempo per fare tutto, ma conosciamo già la risposta: Mason sfrutta ogni minuto a sua disposizione, fino in fondo. Gli è stata data una seconda chance e ha deciso di “succhiare tutto il midollo della vita”, finché le sue ossa resisteranno.

Fonte: parentsguidecordblood.org

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Badalà/Lombardo (Cliente Sorgente)

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