Wróć

Il nostro servizio è disponibile

Prenota una consulenza

Contattaci
Cellule staminali contro la disfunzione erettile

Cellule staminali contro la disfunzione erettile

15.05.2018

2 min di lettura

Uno studio del Centro danese per la medicina rigenerativa rivela un nuovo trattamento a base di cellule staminali contro la disfunzione erettile. I primi test, effettuati su 21 pazienti che avevan[...]

Uno studio del Centro danese per la medicina rigenerativa rivela un nuovo trattamento a base di cellule staminali contro la disfunzione erettile. I primi test, effettuati su 21 pazienti che avevano subito la rimozione della ghiandola prostatica a causa del cancro, hanno ottenuto buoni risultati. L’operazione consiste in un’iniezione alla base dell’organo genitale che ne rinvigorirebbe i nervi e i vasi sanguigni.

Ulteriori dettagli verranno presentati a Barcellona, nel mese di luglio, dalla Società europea per la riproduzione umana e l’embriologia (Eshre). Per il momento nessuno dei pazienti ha subito effetti collaterali per l’utilizzo delle cellule staminali e otto di loro hanno recuperato la capacità di erezione per più di un anno e mezzo. Lo ha reso noto Soren Sheikh, direttore della struttura danese, sottolineando però la necessità di attendere studi più ampi per garantire l’efficacia, la durata e l’innocuità del nuovo trattamento.

Secondo l’andrologo ed endocrinologo Carlo Foresta, il pene rappresenta uno degli organi che più facilmente possono essere curati con queste nuove terapie. “La disfunzione erettile – spiega l’esperto – è un sintomo e come tale può essere espressione di diverse condizioni patologiche. La più comune è la disfunzione endoteliale, comune in pazienti con stili di vita non adeguati, e in questi casi la terapia con staminali può risolvere facilmente questo tipo di alterazioni”. Fumo, obesità, diabete e sindrome metabolica sono alcune delle condizioni che possono portare all’impotenza. L’andrologo aggiunge poi: “Questa nuova ipotesi tecnologica può trovare delle applicazioni solo nei casi in cui l’alterazione strutturale non sia importante”. Infatti in casi di fibrosi, calcificazioni o vasculopatie, non è possibile ripristinare il corso della vascolarizzazione.

Fonte: La Repubblica

Valuta l'articolo:

Quanto è stato utile questo post?

Cliccate su una stella per valutarla!

Valutazione media 0 / 5. Conteggio dei voti: 0

Nessun voto per ora! Sii il primo a valutare questo post.

(
0
(0)
)

Ti interesseranno anche

Chatta con WhatsApp