Per la prima volta è stato creato in laboratorio un embrione ibrido uomo-pecora, in cui una cellula su 10.000 è umana. Si tratta di un passo avanti verso la realizzazione di organi xenogenici, organi umani coltivati all’interno di animali, per rispondere alla richiesta dei tanti in attesa di trapianto. A dare l’annuncio gli scienziati dell’università della California Davis riuniti al meeting della American Association for the Advancement of Science di Austin, in Texas.
Gli scienziati sostengono che far crescere organi umani all’interno degli animali potrebbe non solo aumentarne l’offerta, ma addirittura consentire di modificare geneticamente gli organi perché siano compatibili con il sistema immunitario del paziente che li riceve; e siccome verrebbero utilizzate le cellule del paziente si annullerebbe il rischio del rigetto.
L’obiettivo ultimo, dunque, sono i trapianti. Ogni ora, negli Stati Uniti sei persone si aggiungono alla lista d’attesa nazionale per trapianto di organi, e ogni giorno 22 persone che sono nell’elenco muoiono. Mentre in Italia sono 9.000 le persone in attesa. Gli scienziati stanno vagliando diversi modi per arginare il problema della mancanza di organi da donare: alcuni stanno tentando la via delle stampanti 3-D in laboratorio; altri lavorano a organi meccanici, costruiti artificialmente; altri ancora appunto sulla creazione delle cosiddette ‘chimere’, cioè di ibridi composti da due specie differenti.
Sulle preoccupazioni etiche, il dottor Hiro Nakauchi dell’università di Stanford, che ha partecipato alla ricerca, smorza i timori: “Il contributo di cellule umane finora è molto basso. Non si tratta di un maiale con una faccia umana o un cervello umano” e “abbiamo pubblicato diversi documenti che mostrano che possiamo scegliere miratamente la regione” quindi si possono evitare cellule umane nel cervello.
Dello stesso parere Giuseppe Novelli, genetista e rettore dell’università degli Studi di Roma Tor Vergata. Le prime chimere pecora-uomo “non devono fare paura – commenta – . La notizia è un passo avanti verso la realizzazione di organi xenogenici, ovvero organi umani coltivati all’interno di animali, per rispondere alla richiesta dei tanti in attesa di trapianto”. “Di fronte a questa grave carenza di organi – spiega ancora il genetista – gli scienziati di tutto il mondo hanno tentato due strade: quella degli xenotrapianti, ovvero l’utilizzo di organi animali destinati agli esseri umani, e quella di coltivare organi umani nell’animale”, come nella ricerca americana. A ostacolare gli xenotrapianti è il rischio di trasmissione di malattie virali specifiche da una specie all’altra, “tanto che alcune ricerche sono mirate a bloccare questi virus che potrebbero risvegliarsi nell’organo trapiantato”.
Fonte: tratto da Repubblica
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