Le cellule staminali contenute nel sangue cordonale sono utilizzate dal 1988 ad oggi come trattamento di numerose patologie (ematologiche, neurologiche ecc.) e la ricerca scientifica mira ad estenderne l’utilizzo ad un numero sempre maggiore di malattie. L’Italia deve saper cogliere questa grande opportunità terapeutica offerta dalle staminali cordonali. È importante ricordare che la raccolta delle cellule staminali del cordone ombelicale avviene al momento del parto ed è del tutto sicura e indolore.
Il presidente di Assobiotec, Riccardo Palmisano, ha dichiarato che è arrivato il momento di ripensare alla legge che vieta la conservazione privata sul suolo italiano delle cellule staminali del sangue cordonale in modo da creare una collaborazione tra il pubblico e il privato per salvare questo patrimonio davvero prezioso e metterlo a disposizione dei figli o di chiunque altro ne abbia bisogno.
Da un sondaggio commissionato da Assobiotec a Ispo-Istituto per gli studi sulla pubblica opinione, è stata rilevata una mancanza di conoscenza e consapevolezza da parte delle persone riguardo l’importanza della conservazione delle cellule staminali del cordone ombelicale per la salute. L’informazione è essenziale e, come sottolineato da Palmisano, è importante trovare un modo per tenere più informata la popolazione.
Il presidente ha precisato che lo scopo è quello di appoggiarsi a biobanche all’avanguardia, che devono essere disponibili 24 ore su 24 e 7 giorni su 7, per raccogliere i campioni che provengono dalle strutture ospedaliere.
Un altro dato da sottolineare è che ad oggi il 95% dei cordoni ombelicali disponibili viene gettato via e, di quelli che riescono ad arrivare nelle banche cordonali pubbliche oltre l’80% non viene poi bancato a causa di criteri troppo stringenti imposti dalle banche pubbliche.
L’adozione di criteri così stringenti non è consenguente a motivazioni tecniche o sanitarie, ma piuttosto è dovuta alla capienza ridotta al minimo delle banche pubbliche e alla questione dell’orario del parto e alla formazione del personale sanitario.
Come sottolineato da Palmisano, è davvero impensabile che in diverse strutture ospedaliere, anche di eccellenza, le speranze di conservare le cellule del cordone ombelicale siano associate alla presenza o assenza sul posto di lavoro dell’esiguo numero di personale formato in materia e dall’orario in cui avviene il parto.
Fonte:
adnkronos.com
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