La molecola NSI-189, derivata da cellule staminali, sarebbe un potente antidepressivo la cui efficacia sarebbe stata dimostrata su un piccolo gruppo di pazienti affetti da disturbo depressivo maggiore.
La molecola non agirebbe sulle monoammino ossidasi come i comuni antidepressivi, ma stimolerebbe la crescita di nuove cellule nervose nell’ippocampo, con effetti concreti sulla neurogenesi. Se i risultati fossero confermati nell’ambito di un trial più esteso, rappresenterebbero una svolta fondamentale nella lotta contro la depressione.
I primi test sono stati effettuati su ventiquattro pazienti affetti da disturbo depressivo maggiore, divisi in tre gruppi da otto a loro volta divisi in quattro gruppi. Per ventotto giorni un quarto dei pazienti ha ricevuto un placebo, mentre sugli altri tre quarti sono stati testati diversi dosaggi della molecola. Sono stati poi monitorati durante tutto il trattamento e per otto settimane dopo la conclusione.
I risultati avrebbero mostrato una riduzione dei sintomi depressivi e cognitivi con tutti i dosaggi, più o meno importante a seconda del dosaggio. Gli effetti sarebbero persistiti anche durante le otto settimane successive alla fine del trattamento. Ci sarebbe stata inoltre una completa assenza di effetti collaterali rilevanti.
I ricercatori avrebbero rilevato anche dei cambiamenti nell’elettroencefalografia dei pazienti trattati con il farmaco, non riscontrabili in chi ha ricevuto il placebo. Lo scarso numero di pazienti esaminati, però, rende i risultati non ancora del tutto affidabili.
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