Alcuni ricercatori della Shahid Beheshti University hanno ottenuto risultati positivi dall’utilizzo delle cellule staminali nel trattamento del morbo di Parkinson. A detta di Hassan Niknejad, responsabile della facoltà di Nuove Tecnologie, la terapia cellulare sarebbe risultata molto più efficace di quella farmacologica.
La terapia farmacologica è utile soprattutto per i primi stadi della malattia, così da stimolare le cellule a produrre dopamina. La dopamina è infatti necessaria per inviare correttamente i segnali di movimento; in chi è affetto dal morbo, le cellule nervose che producono dopamina vengono progressivamente distrutte. Per questo motivo i farmaci hanno una funzione limitata: una volta che le cellule nervose si sono ridotte della metà o anche di un terzo, diventa sempre più difficile stimolarle. Ecco perché i ricercatori stanno cercando un modo per sostituire le cellule danneggiate con altre sane.
In altri paesi il trattamento del morbo di Parkinson sta dando buoni risultati, questo grazie all’utilizzo di cellule staminali embrionali. In Iran questa strada è però preclusa, il che costringe gli studiosi iraniani a cercarne altre.
I ricercatori della Shahid Beheshti University hanno usato cellule staminali estratte dal sangue del paziente o dal suo midollo osseo. Queste sono state convertite in cellule responsabili del rilascio di dopamina e infuse nelle cavie. Il procedimento sembrerebbe aver avuto ottimi risultati sul modello animale: i cervelli di scimmie e ratti affetti dal morbo di Parkinson sembrerebbero essere tornati alle loro normali funzioni.
Fonte: mehrnews.com