Rischio di recidiva diminuito nel trapianto di cellule staminali per la terapia delle leucemie: questa la nuova scoperta annunciata dal Creo, centro di ricerca inaugurato da poco a Perugia presso l’Ospedale Santa Maria della Misericordia.
Andrea Velardi, direttore del programma Trapianti, della struttura di Ematologia, insieme al primario Brunangelo Falini e al primario di Onco-ematologia pediatrica, Maurizio Caniglia, ha annunciato che la scoperta cui sono giunti, apre nuove possibilità per sconfiggere la malattia.
I trapianti di cui si sono occupati i ricercatori sono i trapianti allogenici di cellule staminali per trattare le leucemie acute, ovvero quei trapianti che coinvolgono due persone, il donatore, sano, e il ricevente, paziente.
Il principio alla base dei trapianti di cellule staminali, nei malati di leucemia, si basa sul fatto che il sistema immunitario del donatore riconosce le cellule leucemiche del paziente come diverse e, dunque, le elimina. Spesso, però, soprattutto nei casi di differenze genetiche, il sistema immunitario trapiantato può attaccare anche le cellule sane e, per questo, i medici tendevano a frenarlo artificialmente.
Il Creo aveva già individuato le cellule “Natural Killer”, che eliminavano in maniera selettiva le cellule leucemiche senza attaccare quelle sane, ma il passo avanti compiuto ora, riguarda una forma di immunoterapia antileucemica aggiunta al trapianto, che permette di eliminare, in maniera radicale, la malattia, senza aumentare i rischi connessi al trapianto stesso.
Ciò che è stato osservato è che in più di 50 trapianti c’è stata un’incidenza di recidiva molto più bassa rispetto a quella normale che, normalmente, si attesta intorno al 30%.
Fonte: Corriere dell’Umbria