E’ idonea e in linea con le disposizioni del Comitato Nazionale di Bioetica (2005) la procedura attuata dall’Università Umberto I di Roma, che il mese scorso ha effettuato un
trapianto di cellule staminali provenienti da un feto abortito in un paziente di 72 anni malato di cirrosi epatica acuta. Lo dichiara Alessandro Nanni Costa, direttore del Centro Nazionale Trapianti, che cita un caso analogo avvenuto a Firenze in cui vennero utilizzate staminali prelevate da un feto a seguito di un aborto terapeutico per trattare un caso di malattia di Huntington. Il Comitato in quel caso ha sostenuto la praticabilità della procedura ad alcune condizioni: il consenso della donna e la presenza di condizioni che assicurino l’assenza di interessi economici legati all’utilizzo delle cellule.
Fonte: Aduc