In questo studio clinico, 45 pazienti (con un’età media di 50 anni) affetti da neoplasie ematologiche sono stati sottoposti, in un regime di condizionamento a ridotta intensità, ad infusione sia di sangue cordonale da donatore non famigliare sia di cellule staminali CD34+ da donatore aploidentico. A seguito del trattamento, è stato riscontrato un attecchimento di neutrofili e piastrine a 11 e 19 giorni rispettivamente dal trapianto. Nella maggioranza dei pazienti, l’attecchimento aploidentico precoce è stato sostituito da un attecchimento duraturo di sangue cordonale da donatore allogenico non famigliare mantenendo, in misura minore, una regolare presenza dell’ematopoiesi correlata all’ospite e alle cellule del donatore aploidentico. L’incidenza cumulativa rilevata della “malattia del trapianto contro l’ospite” nella forma acuta o cronica è risultata del 25% e 5% rispettivamente. Conseguentemente al trattamento, la sopravvivenza ad un anno è risultata del 55% mentre sono state osservate percentuali di sopravvivenza in assenza di progressione della malattia, mortalità non relata a ricaduta e ricaduta del 42%, 28% e 30% rispettivamente. Gli esiti ottenuti risultano essere promettenti anche nel lungo periodo. Questo studio clinico è registrato in
clinicaltrials.gov con il seguente codice identificativo NCT00943800.
Fonte: Blood