COVID-19 (Corona Virus Disease 2019) avrà un effetto sui trapianti di cellule staminali ematopoietiche. A dichiararlo uno dei più noti luminari del sangue cordonale, Hal Broxmeyer in un lavoro appena pubblicato. Le cellule contenute nel sangue cordonale includono popolazioni di cellule staminali ematopoietiche, progenitori cellulari, cellule endoteliali, cellule mesenchimali, non ché cellule retro-indotte a partire dalle stesse.
Il primo impatto è sulle donazioni, ci saranno molti meno donatori in queste circostanze visto il rischio infettivo.
Il secondo impatto è sui trasporti che comunque sono garantiti e nel caso del banking privato il vero vantaggio è la riconducibilità all’unità crioconservata in funzione della possibile analisi retrospettiva sul campione bancato privatamente, cosa chiaramente impossibile nei campioni offerti per donazione.
Il terzo impatto è sui trapianti da donatore che sono ora da escludere senza riconducibilità e diagnosi di negatività al COVID-19.
Hal Broxmeyer quindi apre il capitolo delle donazioni a rischio in caso di epidemie virali come quelle che stiamo affrontando e degli studi legati all’uso delle cellule staminali.
L’unica sicurezza è nel banking da sangue cordonale in quanto le unità prelevate sono negative al virus che non riesce a superare la barriera placentare.
Da ora in poi quindi per i trapianti bisogna ricorrere a unità riconducibili e a unità che non derivano da midollo osseo o da sangue periferico nonché altri tessuti in quanto bisognerebbe escludere chiaramente la possibilità di avere un donatore positivo al COVID-19.
Fonte: Stem Cells and Development, Aprile 2020 https://doi.org/10.1089/scd.2020.0064
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