La Società internazionale per la ricerca sulle cellule staminali ha allentato la cosiddetta regola dei 14 giorni che limita nel tempo lo sviluppo di embrioni in vitro. Gli studi che intendono protrarsi oltre saranno valutati caso per caso, e con diverse fasi di revisione, per stabilire a che punto debbano essere interrotti
L’organismo internazionale che rappresenta i ricercatori che si occupano di cellule staminali ha eliminato un limite vecchio di decenni sul tempo massimo entro cui gli scienziati dovrebbero far crescere embrioni umani in laboratorio, lasciando più libertà d’azione ai ricercatori che stanno studiando lo sviluppo umano e le malattie.
La rinuncia alla regola dei 14 giorni, si precisa, non è un via libera a qualsiasi esperimento, ma un invito alla discussione e al confronto tra scienziati, istituzioni e opinione pubblica: ogni singolo progetto che preveda la maturazione di embrioni umani in vitro oltre i limiti finora imposti dovrà essere valutato anche dal comitato etico per appurarne l’integrità e la bontà degli intenti.
La cosiddetta regola dei 14 giorni è un limite rigoroso che gli scienziati nel 1979 si diedero per la maturazione di embrioni umani in laboratorio, in considerazione delle conoscenze e delle tecniche acquisite fino a quel momento, e delle riflessioni etiche, per prevenire lo sviluppo di tessuti via via sempre più simili a quelli di una persona. Questa regola nel tempo è diventata un riferimento fondamentale per gli organismi regolatori, così forte che diversi stati l’hanno trasformata in legge.
Il 26 maggio, però, la Società internazionale per la ricerca sulle cellule staminali (Isscr) ha preso una decisione che farà di certo discutere: l’ha eliminata dalle sue linee guida, senza sostituirla con altre regole, prendendo di fatto in considerazione la possibilità di far maturare embrioni umani in vitro per più tempo. Ma perché?
Superare i 14 giorni di sviluppo, riconoscono gli esperti, offrirebbe delle opportunità: scoperte e arricchimento di conoscenze sullo sviluppo embrionale umano, sull’infertilità, sulle cause di interruzioni spontanee di gravidanza in fase precoce. Informazioni che è difficile ottenere in altro modo, nemmeno con i simil-embrioni ricavati da cellule staminali umane. Questi modelli, infatti, non sono considerati abbastanza simili a embrioni umani veri e propri. La revoca della regola dei 14 giorni, però, potrebbe consentire di paragonarli, capendo fino a che punto sono simili e come i modelli possano essere utilizzati al massimo delle potenzialità.
“Questo non è un semaforo verde per andare avanti con l’estensione dello sviluppo degli embrioni umani oltre i 14 giorni”, ha spiegato in conferenza stampa Kathy Niakan, biologa dell’Università di Cambridge e del Francis Crick Institute e membro della task force che ha lavorato sulle nuove linee guida. “Sarebbe irresponsabile. E, in molte giurisdizioni, sarebbe illegale farlo. Quello che stiamo facendo invece sono linee guida che invitino a impegnarsi in modo proattivo in un dialogo bidirezionale con il pubblico per rivedere il limite di 14 giorni sulla coltura dell’embrione umano”.
“Non stiamo semplicemente dando il via libera alle persone per fare questo tipo di ricerca”, ha aggiunto Robin Lovell-Badge del Francis Crick Institute, che prevede che più a lungo un ricercatore voglia portare avanti la maturazione dell’embrione più duro sarà il processo di revisione da parte degli organi regolatori.
Fonte: Wired.it
"Siamo davvero rimasti soddisfatti, azienda seria, tutor sempre a disposizione, personale competente e professionale. Complimenti!"
Badalà/Lombardo (Cliente Sorgente)
Leggi i commenti lasciati dai nostri clienti.