Abituare un neonato a dormire da solo è una delle difficoltà maggiori per un genitore. Il bambino cerca infatti la vicinanza degli adulti, sia quando si mette a letto sia durante i risvegli notturni. Se mamma e papà non sono vicino a lui, la risposta più naturale è iniziare a piangere.
I metodi “miracolosi” per abituare i bambini ad addormentarsi da soli sono tanti, alcuni dei quali discutibili. La verità è che, una volta impostate delle linee guida di base, l’approccio cambia in base al neonato. Iniziamo però col vedere cosa fare e, soprattutto, cosa non fare.
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ToggleNegli scorsi decenni, alcuni professori hanno pubblicato dei libri che consigliano di lasciar piangere il neonato. I più famosi sono Richard Ferber ed Eduard Estivill, ma ce ne sono stati e ce ne sono molti altri.
L’idea è mettere il bambino nella culla, stare un po’ con lui e poi uscire. Se inizia a piangere, si aspetta qualche minuto prima di entrare nella stanza; oppure non si entra e basta, secondo i più severi. In questo modo il bambino dovrebbe imparare che piangere non serve a niente, abituandosi quindi ad addormentarsi da solo.
In effetti, i bambini su cui viene usato questo metodo piangono molto meno degli altri. Secondo gli studi, imparano prima a dormire da soli e smettono ben presto di cercare i genitori. Agli occhi di un adulto sembrerebbe una cosa buona, ma forse non è così.
Nonostante i successi sul breve periodo, i metodi in questione potrebbero lasciare delle ferite sul lungo periodo. Infatti i bambini non smettono di piangere perché “imparano” a dormire da soli, ma perché si rassegnano a rimanere senza mamma e papà. Quella che a noi può sembrare una sciocchezza, potrebbe invece essere un trauma enorme per un neonato.
Le probabilità di effetti negativi sulla personalità del bambino concrete. Tanto concrete da aver spinto lo stesso Eduard Estivill a fare un passo indietro sul suo metodo.
Cosa fare a questo punto?
Rimane il problema di come abituare il neonato ad addormentarsi da solo. Per quanto possa sembrare paradossale, il primo passo potrebbe essere una forma di co-sleeping.
Come il nome suggerisce, il co-sleeping consiste nel far dormire il neonato con mamma e papà. In alcune forme, il piccolo dorme direttamente nel lettone (cosa che sconsigliamo). Il più delle volte, però, l’importante è che il neonato stia nella stessa stanza e che possa vedere i genitori. A questo scopo sono nate delle speciali culle fianco letto, che ritagliano un angolo per il piccolo accanto al lettone.
Il pregio di questo co-sleeping è che consente di tenere il piccolo vicino durante l’allattamento, senza però che si abitui a stare nel lettone. Fin dall’inizio, il bambino dorme in uno spazio ben delimitato tutto suo, il che facilita la transizione in una stanza separata.
Molti genitori cercano di sfinire il figlio nella speranza che si addormentino più in fretta, proprio come succede agli adulti. I bambini non sono fatti così, però: con loro questa “strategia” potrebbe essere addirittura controproducente.
Quando sottoponi un neonato o un bambino piccolo a tanti stimoli, non fai che agitarlo e stressarlo. Arriva quindi a sera sì stanco, ma senza la minima voglia di dormire. Il risultato è che piange, insiste per restare con i genitori, non riesce ad addormentarsi per l’adrenalina che ha ancora in corpo.
In realtà, i pomeriggi dovrebbero essere il più tranquilli possibile. Sarebbe meglio evitare di portarlo in troppi posti diversi e fargli fare troppe cose. Meglio lasciare che il piccolo si perda nei suoi giochi, anche da solo se lo desidera. Arriverà a fine giornata rilassato e più incline ad addormentarsi.
L’altro errore comune è cambiare l’orario della nanna ogni giorno. I bambini molto piccoli hanno bisogno di regolarità, specie quando stai cercando di introdurre un grosso cambiamento come il dormire da solo.
Salvo casi particolari, bisognerebbe mettere il piccolo a letto sempre alla stessa ora. Soprattutto, il momento della nanna dev’essere un rituale piacevole e rilassante. Si inizia con un bel bagnetto caldo, che lo rilassi; gli si fa trovare un peluche o un pupazzo speciale nel lettino; gli si legge un libretto con voce calma e bassa.
Anche la stanza deve trasmettere fiducia nel piccolo: luci basse, niente rumori e niente stimoli visivi eccessivi. Le prime volte, meglio che uno dei genitori rimanga con lui, anche solo per accarezzarlo mentre si addormenta.
Affinché un neonato impari ad addormentarsi da solo, sarebbe meglio evitare di farlo addormentare in braccio. Se inizia a piangere, la cosa migliore è consolarlo lasciandolo nel lettino e senza accendere la luce. Deve sentire che i genitori sono con lui anche quando rimane nel lettino.
Con tempo e pazienza il piccolo non solo imparerà ad addormentarsi da solo, ma si sentirà tranquillo e amato.
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