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Da quando l’informatico Mandeep Mann ha scoperto che sua moglie è malata di cancro al seno, sente il bisogno di fare qualcosa di più che programmare e passare il sabato mattina in palestra. La Fondazione DKMS-BMST India punta proprio su questo.

È il 2016, quando uno dei membri della Fondazione aggancia Mann e gli fa una proposta che non può rifiutare: diventare uno di loro e cambiare le sorti di chissà quante persone. L’uomo è dubbioso, ma accetta. Alla fin fine, non sa nemmeno se supererà gli esami attitudinali, né tanto meno se gli assegneranno una missione.

Tanto vale tentare.

A marzo riceve una lettera con un tesserino allegato: gli esami sono andati bene e lui è dentro. All’interno della Fondazione, il suo codice identificativo sarà 007. Dovessero avere bisogno di lui, saranno loro a contattarlo. Lanciata questa bomba, spariscono e a Mann non resta che tornare alla sua vita.

Dall’altra parte dell’India, un altro Mandeep fissa il soffitto in attesa della morte. Mandeep Mann non lo sa ancora, ma il suo destino sta per scontrarsi con quello dello sconosciuto omonimo.

Mandeep Singh sta per morire. Fosse per suo padre, lui non ne saprebbe niente e riposerebbe in una benedetta ignoranza. Singh ha subodorato qualcosa di marcio, però: è da troppo tempo che sta male e, soprattutto, nella sua zona sta morendo troppa gente. Che c’entrino le tonnellate di pesticidi e inquinanti versati nelle falde acquifere?

Ecco perché Singh ha fatto l’unica cosa sensata, ovvero registrare le chiamate tra il padre e lo zio.

E adesso eccolo lì, a letto, con la consapevolezza di star morendo per un cancro al sangue. Presto salirà anche lui su uno tanti treni diretti all’Istituto di Trattamento e Ricerca sul Cancro Regionale Acharya Tulsi, pieni di persone malate che non hanno nulla da perdere.

Eppure, Singh non muore.

Per tre anni, i due Mandeep proseguono con le loro rispettive vite. Il cancro della moglie di Mandeep Mann si è metastatizzato. Anche la situazione di Mandeep Singh è pessima: per un anno ha sperato di essere guarito, ma il tumore è tornato prepotente e ora non c’è più niente da fare. La sua unica speranza è rivolgersi alla Fondazione e sperare che uno dei suoi associati risponda.

Nel 2019, Mann riceve una lettera per 007: la Fondazione ha bisogno di lui. Potrebbe tirarsi indietro e rifiutare l’incarico, sia chiaro. In fondo ha già troppo da fare per correre in aiuto di uno sconosciuto. Nessuno lo scoprirebbe mai: resterebbe il suo piccolo, sporco segreto.

Non lo saprebbe nessuno, se non Mann stesso.

Gli piange il cuore all’idea di abbandonare sua moglie, anche se solo per qualche giorno, ma non può dire di no alla Fondazione: che razza di agente sarebbe? Non gli resta che accettare i panni di 007 e andare a salvare lo sconosciuto che si è rivolto a loro.

Mann fa ciò che gli viene chiesto. La Fondazione prende il necessario e lo rimanda a casa. Di nuovo silenzio radio.

Dall’altra parte dell’India, Singh riceve una risposta dalla Fondazione: uno dei loro ha accettato l’incarico e lo ha portato a termine. Adesso sta ai medici lavorare con il materiale fornito da 007. Potrebbe andare comunque molto male per Singh, ma vale la pena tentare e sperare.

Nel 2020, Singh entra in ospedale forse per l’ultima volta, mentre il mondo tace in modo innaturale. Fissa il soffitto della sua stanza e sa di star morendo per davvero. Il materiale fornito dalla Fondazione non sta funzionando e, anzi, lo sta uccidendo da dentro. Non c’è più niente da fare.

No, non può finire così.

Il suo organismo si ribella e, finalmente, si arma e inizia a ricostruirsi. Il ragazzo guarisce, pian piano, dopo anni e anni di lotte inutili.

Gli piacerebbe poter ringraziare il misterioso 007 che gli ha salvato la vita, ma le regole sono chiare: le identità dei membri della Fondazione devono rimanere segrete, almeno fino alla completa guarigione. Lui chiede comunque di poter ringraziare il suo salvatore di persona: se non fosse stato per lui, non sarebbe qui.

Nel 2023, Mandeep Mann riceve una nuova missiva per 007. Niente missioni, questa volta: la Fondazione gli chiede se avrebbe piacere di incontrare la persona cui ha salvato la vita. Lui accetta e si presenta nel luogo concordato, un semplicissimo bar.

Seduto al bar c’è un ragazzo. Mann sveste i panni di 007 e si presenta per è veramente: l’uomo che gli ha donato le staminali del midollo. Una missione che nessun altro avrebbe potuto portare a compimento.

Fonte: theweek.in

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