Quando una donna incinta prende appuntamento per la prima visita, una delle primissime cose che si fa è calcolare le settimane di gravidanza. Non ci sono cose più importanti da fare, ti starai chiedendo? Non molte, a dire il vero.
Il calcolo delle settimane è fondamentale per monitorare lo sviluppo prima dell’embrione e poi del feto. Senza questo calcolo, è impossibile verificare che stia crescendo bene e abbastanza. Inoltre, l’età gestazionale serve per pianificare le visite mediche e gli esami da fare in gravidanza. Ad esempio, tra la 24a e la 28a settimana si effettua la curva glicemica, necessaria per misurare il rischio di diabete gestazionale.
In questo articolo vedremo come si calcolano le settimane di gravidanza e come farlo tu stesso casa, senza aspettare la prima visita. Questo ti servirà anche per calcolare la data prevista del parto, quanto meno a grandi linee.
Indice
ToggleCapire da quando si calcolano le settimane di gravidanza è una cosa tutt’altro che ovvia. Secondo il senso comune, il calcolo dovrebbe partire dal giorno del concepimento: non è così.
In gran parte dei casi, il ciclo dura 28 giorni e l’ovulazione avviene pressapoco il 14o giorno; di fatto, una donna può avere un ciclo molto corto o molto lungo, il che sposta la finestra fertile. In più, degli spermatozoi fertili possono sopravvivere fino a 6 giorni, rendendo ancora più difficile calcolare la data effettiva del concepimento.
Per semplificare il tutto, le settimane di gravidanza si calcolano a partire dal primo giorno dell’ultima mestruazione. Questa è una data quasi sempre facile da identificare, rendendo il calcolo dell’età gestazionale molto più preciso.
Le prime ecografie perfezionano il succitato calcolo, aiutando a correggere eventuali errori. Durante l’ecografia, infatti, il medico misura la lunghezza cranio-caudale (CRL) del feto, una delle misure più affidabili per stimare l’età gestazionale. Questo torna utile in casi particolari, nei quali il calcolo tradizionale non basta.
L’età gestazionale si indica in settimane e giorni, non in mesi. Ad esempio, si dice che una donna è a 12 settimane + 3 giorni, non a 1 mese solare + 3 giorni. Questo sistema consente di monitorare lo sviluppo fetale con precisione e di programmare gli esami in momenti chiave della gravidanza.
Trattandosi di un sistema di datazione standardizzato, è pressapoco impossibile incorrere in errori gravi di datazione.
Il succitato sistema di calcolo ha un unico limite: è difficile da applicare su donne con un ciclo irregolare.
In una donna regolare, l’ovulazione avviene pressapoco a metà del ciclo: se il ciclo dura 24 giorni, avviene attorno al 12o giorno; se dura 38 giorni, avviene attorno al 19o giorno. Non è sempre così matematico ma, in linea di massima, non ci allontaniamo troppo da questo principio.
Se il ciclo è irregolare, anche l’ovulazione lo è; in alcuni casi, potrebbe avvenire addirittura durante le mestruazioni. Per calcolare le settimane di gravidanza, quindi, bisogna fare affidamento su altre strategie.
In base al calcolo delle settimane, il medico può verificare che la gravidanza non duri né troppo né troppo poco. Entrambe le situazioni possono essere rischiose per il bambino, infatti.
Una gestazione sana dura 40 settimane in media, corrispondenti pressapoco a 280 giorni, 10 mesi lunari e 9 mesi del calendario (vedi qual è la corrispondenza delle settimane di gravidanza in mesi più nel dettaglio). Ciononostante, è normale che una gravidanza duri leggermente di più o leggermente di meno.
Affinché il parto sia considerato a termine, deve avvenire tra l’inizio della 38a settimana e la fine della 41a settimana. Una gestazione sana deve quindi durare minimo 265 giorni e massimo 293 giorni. Cosa succede se dura di più o di meno?
Il parto prematuro avviene tra l’inizio della 21a settimana e la fine della 37a settimana di gestazione. Benché esistano diversi livelli di gravità, rimane un’eventualità abbastanza pericolosa: molti degli organi del bambino non hanno finito di svilupparsi, il che lo rende vulnerabile a una lunga serie di problemi congeniti.
Esistono tre categorie di parto prematuro, in base alla settimana di nascita:
Anche partorire troppo tardi può essere pericoloso. Quando la gestazione dura 42 settimane o più, si parla di gravidanza post-termine e diventa fondamentale monitorare il feto giorno per giorno.
Più il tempo passa, più l’efficienza della placenta si riduce; superate le 42 settimane, il bambino rischia di rimanere senza ossigeno e senza nutrienti. Inoltre, aumentano le probabilità di sindrome da aspirazione del meconio: il bambino inspira nell’utero e inala del liquido amniotico; il meconio (le primissime feci) si accumula nei polmoni e provoca delle infezioni.
Come puoi notare, la finestra del parto a termine è piuttosto ampia: un bambino sano può nascere in qualunque momento tra la 38a e la 41a settimana di gestazione. Ciononostante, si preferisce fissare una data presunta del parto da usare come punto di riferimento, sia per la madre sia per i medici.
Tradizionalmente, la data presunta del parto (DPP) si calcola usando la regola di Naegele: si sommano 280 giorni al primo giorno dell’ultima mestruazione. Per semplificare il calcolo, si sommano 7 giorni e si tolgono 3 mesi al primo giorno dell’ultima mestruazione.
Mettiamo che l’ultima mestruazione sia iniziata il 7 gennaio: la DPP sarà il 14 ottobre. Se l’ecografia del primo trimestre dovesse modificare l’età gestazionale stimata, si procederà a togliere o aggiungere giorni da questo primo calcolo.
In realtà, solo il 4-5% delle donne partorisce esattamente alla data presunta del parto. Gran parte delle altre partorisce entro una settimana prima o entro una settimana dopo questa data.
La regola di Naegele presuppone che il ciclo mestruale sia stato regolare e, soprattutto, che sia durato 28 giorni. Peccato che non sia quasi mai così.
Il ciclo può durare da 24 a 38 giorni e, in base a questo, cambia anche la finestra fertile. In più, fattori esterni ed interni possono anticipare o ritardare l’ovulazione: stress, alimentazione, bruschi cambi di peso possono influenzare i livelli ormonali e, quindi, lo sviluppo dei follicoli.
In tutto questo, dove si collocano i test di gravidanza con l’indicatore di settimane? Possono essere considerati affidabili? La risposta è sì: i test di questo tipo hanno un’affidabilità dichiarata del 90% circa.
I test di gravidanza domestici rilevano la presenza di hCG nelle urine; se i livelli superano lo standard, segnalano la presenza di una gravidanza. Come detto sopra, però, i livelli di questo ormone tornano utili anche per calcolare l’età gestazionale.
Dall’annidamento dell’ovulo fecondato nell’utero fino al 60o giorno di gestazione, i livelli di hCG raddoppiano ogni 2-3 giorni. Tenendo conto di questo e dei livelli standard in una donna sana, è relativamente facile calcolare l’età gestazionale. I test con l’indicatore fanno proprio questo.
Attenzione a come interpreti i risultati, però: i test misurano le settimane a partire dalla data presunta del concepimento; per avere l’età gestazionale standard, quella che di solito si calcola dall’ultima mestruazione, bisogna aggiungere 2 settimane. Inoltre, test i questo tipo hanno comunque i loro limiti.
La concentrazione di hCG può variare da donna a donna, il che rende i risultati del test per forza di cosa meno accurati. Rimangono comunque uno strumento utile, specie per le donne con un ciclo irregolare.
Se vuoi conservare il cordone ombelicale del tuo bambino, l’ideale sarebbe muoverti tra la 30a e la 35a settimana di gestazione; sono previste procedure di emergenza per chi si muove più tardi, però. In caso di dubbi, contattaci: il nostro consulente risponderà a tutte le tue domande senza impegno.
"Siamo davvero rimasti soddisfatti, azienda seria, tutor sempre a disposizione, personale competente e professionale. Complimenti!"
Badalà/Lombardo (Cliente Sorgente)
Leggi i commenti lasciati dai nostri clienti.