Quando uno di noi adulti ha freddo, è tutto piuttosto semplice: alziamo il riscaldamento, ci infiliamo un maglione, beviamo una tisana calda, ecc. Come capire se un neonato ha freddo, invece? Parliamo pur sempre di esserini che non riescono nemmeno a tenere la testa dritta; figuriamoci chiedere una coperta in più.
Nonostante gli inevitabili limiti di comunicazione, i neonati riescono comunque a farsi capire, a modo loro. Ecco quindi come capire quando fa troppo freddo per un bimbo e, soprattutto, come intervenire.
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TogglePer capire se il tuo bambino ha freddo, devi puntare sui segnali non verbali che riesce a lanciarti. Attenzione, però: non tutti sono intuitivi come potrebbe sembrare.
Avrai notato che c’è un assente nella lista vista sopra: i brividi di freddo.
Negli adulti, rabbrividire aiuta ad aumentare l’attività muscolare così da generare calore. Quando vediamo qualcuno rabbrividire, quindi, diamo per scontato che abbia freddo. Questo non vale nei neonati sotto i 6 mesi.
Fino ai 6 mesi, i neonati hanno troppo poca massa muscolare e non possono rabbrividire per riscaldarsi. Eppure capita di vedere i bambini molto piccoli tremare, soprattutto mentre dormono. Perché lo fanno, se non è per il freddo?
Il sistema nervoso dei neonati è ancora immaturo, incapace di elaborare gli stimoli interni ed esterni. I brividi e i tremori sono causati proprio da questo e sono innocui; si verificano in oltre il 60% dei bambini sotto il mese di vita.
Quindi no, i neonati non rabbrividiscono di freddo, ma non c’è comunque di che preoccuparsi. I brividi diventano un segnale negativo solo quando:
Quando un neonato ha freddo, spesso ha manine e piedini freddi. Cosa significa se oltre che essere freddi sono anche sudati, però? Ci possono essere più ragioni e non tutte sono preoccupanti.
I sudori freddi avvengono quando si sente freddo e si suda allo stesso tempo. Di solito, sono sintomo di un’infezione in corso; in casi più rari e anche più gravi, indicano bassi livelli di zucchero nel sangue o un arresto cardiaco in corso.
Per capire se il piccolo ha davvero freddo, nonostante stia sudando, controlla il colorito e la nuca come visto sopra. Se è freddo anche sulla nuca ed è pallido, contatta il pediatra. Per fortuna, il più delle volte non c’è niente di cui preoccuparsi.
Il sudore può essere causato dal caldo, proprio come negli adulti, o da un sistema di termoregolazione ancora immaturo. Questo sudore può raffreddarsi a contatto con l’aria, dando l’impressione che i piedini siano freddi pur essendo umidi. In questo caso, basta lavare il piccolo e mettergli vestiti più confortevoli.
La temperatura corporea di un neonato sotto i 3 mesi si situa tra i 36,6°C e i 38°C. Sopra i 38°C di temperatura, il neonato ha la febbre oppure è sovrariscaldato. Se la temperatura rimane alta anche dopo avergli fatto un bagnetto e cambiato i vestiti, è meglio contattare il pediatra.
Come puoi ben capire, la temperatura corporea di un neonato può essere molto variabile. Questo capita perché il loro corpicino non sa ancora come produrre calore e, soprattutto, come conservarlo.
Il loro unico sistema di termoregolazione è il tessuto adiposo bruno, un tipo specifico di adipe molto vascolarizzato. Quando il bimbo riceve uno stimolo freddo, l’organismo brucia parte di questo grasso e produce calore.
Questo accade pressapoco fino ai 6 mesi di età, quando il sistema di termoregolazione inizia a diventare un po’ più efficiente. Verso i 9-12 mesi di vita, il bambino acquisisce finalmente un sistema di termoregolazione funzionante, anche se bisogna comunque prestare attenzione a colpi di freddo e di calore.
Per evitare che il neonato bruci troppa energia nel tentativo di restare al caldo, è importante mantenere una temperatura ambientale costante, che non sia né troppo alta né troppo bassa.
Per un neonato, la temperatura ambientale migliore è tra i 20°C e i 22°C, poco sopra la temperatura ambientale ideale per un adulto. Inoltre, è importante evitare i bruschi cambiamenti di temperatura e il surriscaldamento, che può causare disidratazione e aumentare il rischio di SIDS (Sindrome della Morte Improvvisa del Lattante).
In inverno, la cosa migliore è impostare il termostato affinché la temperatura ambientale rimanga costante. Se l’abitazione è dotata di riscaldamento centralizzato, puoi sistemare un termometro dove dorme il bimbo e tenere sotto controllo la temperatura.
I neonati perdono calore soprattutto dalla testa, la parte del corpo più grossa ed esposta. Sotto i 20°C, quindi, è importante far indossare loro un cappellino di lana o di cotone, a seconda di quanto fa freddo. Cappellino che andrà tolto non appena si rientra a casa, così da non farli surriscaldare.
Per il resto, vige la regola dell’abbigliamento a cipolla:
Man mano che la temperatura aumenta, togli uno strato di abbigliamento. Il primo strato da eliminare è il cappottino con i guantini, da sostituire eventualmente con una copertina leggera. Se temi che faccia troppo caldo durante la giornata, scegli un maglioncino leggero e porta con te una copertina in più: renderà più facile affrontare cambi di temperatura improvvisi.
Se il piccolo è prematuro, aggiungi uno strato di vestiario in più: la pelle dei prematuri è sottile, il che li rende ancora più soggetti al freddo.
Se il neonato è dentro un marsupio o una fascia, evita uno strato o due: il contatto con il tuo corpo gli fornirà il calore necessario; per non parlare poi di un eventuale cappotto, se indossi un modello da allacciare sopra il marsupio.
Eppure, ci sono posti dove i bambini non vengono protetti dal freddo (in apparenza). In Scandinavia, i genitori mettono i neonati a dormire all’aperto, che ci siano 20°C o -20°C. Per la sensibilità di noi italiani, è una scelta assurda; eppure, questa abitudine sembra avere senso.
Secondo uno studio finlandese del 2008, far dormire i neonati al freddo ha diversi benefici.
Lo studio non è risolutivo – servirebbe un campione più ampio – ma solleva dei punti interessanti. Come visto sopra, infatti, pare esserci una correlazione tra SIDS e temperature troppo alte durante il pisolino. Potrebbe essere questa la ragione per cui i bambini dormono meglio e rischiano meno la morte in culla: sono in un ambiente con tanta aria – fin troppo – fresca, dove il ricambio è continuo e l’ossigeno abbonda.
Come detto, però, non abbiamo certezze.
Se vuoi far dormire tuo figlio all’aperto, assicurati comunque di coprirlo per bene: i neonati scandinavi vengono avvolti in strati su strati di vestiti, quindi non vengono proprio abbandonati al freddo. Inoltre, i genitori li tengono sempre d’occhio, anche se magari non sono lì accanto.
Questo articolo ci dovrebbe insegnare una cosa: è importante proteggere il nostro bimbo dal freddo, ma senza soffocarlo di caldo e di amore. Come in tutte le cose, anche qui serve equilibrio.
Il più delle volte, basta una coperta per tenere il tuo piccolo al caldo mentre dorme, senza esagerare. Nella vita, invece, bastano un campioncino di DNA e lo screening neonatale di Sorgente: scoprirai fin da subito qual è la sua predisposizione alle allergie più comuni, per tenerlo al sicuro senza soffocarlo.
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Badalà/Lombardo (Cliente Sorgente)
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