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Le malattie infettive più comuni tra i bambini e pericolose per gli adulti

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Le malattie infettive più comuni tra i bambini e pericolose per gli adulti

Bambino con malattia infettiva in braccio alla mamma

Ci sono malattie infettive che vengono considerate tipiche dei bambini, quasi come se gli adulti ne fossero immuni. Nell’immaginario comune, è impossibile che un adulto si ammali di varicella o prenda gli orecchioni, eppure non è così.

Le malattie che consideriamo “infantili” possono colpire anche gli adulti e, anzi, essere ancora più pericolose. Scopriamo insieme quali sono.

Quali sono le malattie infettive dei bambini

I bambini hanno un concetto molto lasco di “spazio personale”: giocano, si abbracciano, litigano, si starnutiscono addosso, scambiano posate e ciucci come se fossero figurine… Tutto questo rende molto più facile lo scambio di malattie infettive, come sa bene qualsiasi genitore con un bambino all’asilo.

Quando una malattia è particolarmente contagiosa, è quasi impossibile superare l’infanzia senza esserne stato contagiato. Dopodiché, diventa sempre sempre più difficile avere contatti ravvicinati con persone malate e ammalarsi a propria volta. Ecco perché certe malattie infettive sono “da bambini”.

Le malattie infantili più comuni sono:

  • morbillo;
  • varicella;
  • rosolia;
  • scarlattina;
  • quarta malattia;
  • quinta malattia;
  • sesta malattia;
  • mani piedi bocca;
  • parotite;
  • pertosse.

Fino a nemmeno troppo tempo fa, i medici erano addirittura convinti che queste malattie si manifestassero obbligatoriamente e che lo facessero in un certo ordine; i nomi “quarta”, “quinta” e “sesta malattia” derivano proprio da questa credenza.

Entriamo più nel dettaglio.

Morbillo

Il vaccino del morbillo esiste dal 1976 ed è obbligatorio dal 2017, quindi i casi di morbillo stanno diminuendo di anno in anno. Eppure, un tempo il morbillo era una malattia comunissima e non innocente come si potrebbe credere. La malattia può essere infatti molto grave nei bambini piccoli e, talvolta, persino fatale.

I sintomi del morbillo compaiono 10-14 giorni dopo il contagio e rientrano nel giro di 7 giorni, se tutto va bene. I segni più tipici sono:

  • febbre fino a 40°C;
  • tosse secca e mal di gola;
  • naso che cola;
  • congiuntivite;
  • grandi macchie piatte su tutta la pelle;
  • punti bianchi e bluastri in bocca.

Il morbillo è contagioso per 4 giorni prima della comparsa dei sintomi e 4 giorni dopo la comparsa dei sintomi.

Varicella

Nonostante il vaccino contro la varicella esista dagli anni ‘80, in Italia è quasi una novità. Fino al 2005, il vaccino era esclusiva dei soggetti deboli; dopodiché è stato reso disponibile a tutti e nel 2017 è diventato obbligatorio.

A partire dal 2005, abbiamo assistito un crollo dei casi di varicella, malattia un tempo diffusissima per un’ovvia ragione: l’herpes zoster virus contagia il 90% delle persone non immuni con cui viene in contatto. Prima del vaccino, quindi, bastava un bambino malato per far restare a casa metà classe e più.

La varicella ha un periodo di incubazione di 14-21 giorni e si risolve in pressapoco 10 giorni. I sintomi sono:

  • macchioline rosse che diventano vescicole piene di liquido e infine croste;
  • prurito;
  • febbre;
  • stanchezza;
  • mal di testa.

La varicella è contagiosa 2 giorni prima della comparsa dei sintomi e fino alla scomparsa totale delle vescicole.

Rosolia

La rosolia è una malattia estremamente pericolosa, specie se sei una donna in età fertile. O meglio, lo è per il feto che potresti portare in grembo. Approfondiremo la cosa nei prossimi paragrafi.

Per questa ragione, dal 1972 ai primi anni ‘90 era uso vaccinare solo le bambine contro la rosolia. In seguito si introdusse il vaccino universale, diventato obbligatorio nel 2017. Grazie alla campagna vaccinale, la rosolia è stata eliminata in Italia, ma meglio non abbassare la guardia.

Il nome “rosolia” deriva dalle macchie rosate tipiche della malattia, che sono anche uno dei suoi pochi sintomi. Presa da bambini, infatti, la rosolia è un’infezione tutto sommato lieve; nel 20-50% dei casi, la rosolia rimane addirittura asintomatica (ma sempre contagiosa). I pochi sintomi comprendono:

  • febbre fino a 38,9°C o meno;
  • mal di testa;
  • naso chiuso;
  • occhi rossi;
  • linfonodi ingrossati;
  • dolori articolari;
  • eruzione cutanea.

Ad eccezione per l’eruzione cutanea, sono gli stessi sintomi di un’influenza.

Il periodo d’incubazione oscilla tra i 12 e i 23 giorni. La rosolia rimane contagiosa 7 giorni prima dell’eruzione cutanea e 7 giorni dopo; a volte, rimane contagiosa addirittura fino a 14 giorni dopo la comparsa delle macchie.

Scarlattina

All’interno di questa lista, è una delle poche malattie infettive che non ha un vaccino. Ciononostante, è abbastanza rara negli adulti: colpisce soprattutto bambini fino ai 10 anni, che hanno un sistema immunitario ancora immaturo.

Un tempo la scarlattina era estremamente grave, se non addirittura mortale. Essendo una malattia batterica, però, l’arrivo degli antibiotici l’ha resa molto meno minacciosa; se non trattata, rimane piuttosto pericolosa.

I sintomi della scarlattina sono:

  • macchie rosse simili a quelle di una scottatura solare, che partono dal viso e si diffondo sul tronco:
  • rossore nelle pieghe della pelle;
  • lingua rossa e bitorzoluta, coperta da una patina bianca;
  • febbre alta;
  • mal di gola e difficoltà a deglutire;
  • nausea e dolori addominali.

La scarlattina ha un tempo di incubazione di soli 2-5 giorni; smette di essere contagiosa 2 giorni dopo l’inizio della terapia antibiotica e si risolve nel giro di 10 giorni.

Quarta malattia o Scarlattinetta

Secondo la medicina di inizio ‘900, questa dovrebbe essere la quarta malattia dell’infanzia che si manifesta; le altre dovrebbero essere morbillo, scarlattina e rosolia. Ovviamente non è così e, anzi, qualcuno dubita che la quarta malattia esista.

Alcuni medici sospettano che la quarta malattia sia solo una versione depotenziata della scarlattina; altri credono che sia una malattia causata da un virus specifico. Virus che però non è mai stato identificato, così come la lista dei sintomi rimane piuttosto vaga:

  • mal di testa;
  • sonnolenza;
  • febbre bassa;
  • gola rossa e infiammata;
  • puntini rosa ravvicinati tra loro, che si desquamano dopo qualche giorno.

Quinta malattia

La quinta malattia si manifesta soprattutto tra i 5 e i 15 anni, in primavera e in estate; è raro ammalarsi da adulti, specie perché molte persone hanno già contratto la malattia senza rendersene conto. Infatti, la quinta malattia è poco grave e si risolve da sola nel giro di pochi giorni.

I sintomi della quinta malattia sono:

  • guance rosso brillante, come se il bambino fosse stato schiaffeggiato;
  • mal di testa;
  • febbre lieve;
  • mal di gola.

La quinta malattia ha un periodo di incubazione di 4-15 giorni, durante il quale la malattia è molto contagiosa. Una volta che l’eruzione cutanea sulle guance si manifesta, la malattia smette di essere contagiosa; sempre che accada, dato che la quinta malattia è asintomatica nel 20% dei casi.

Sesta malattia

Proprio come la varicella, la sesta malattia è causata da un virus della grande famiglia degli herpes, trasmissibile per via respiratoria o anche per contatto. Ciò la rende estremamente comune, anche se piuttosto difficile da riconoscere, dato che ha pochi sintomi e questi sono molto comuni nelle malattie infettive dei bambini:

  • febbre alta, che dura 3-5 giorni;
  • puntini rossi su tutto il corpo.

La sesta malattia ha un periodo di incubazione di 7-14 giorni e si risolve spontaneamente 3 giorni dopo la comparsa dell’esantema.

Mani-piedi-bocca

Come intuibile dal nome, mani-piedi-bocca è una malattia infettiva che colpisce soprattutto questi tre punti del corpo. I bambini malati mostrano eruzioni cutanee sui palmi di mani e piedi, oltre che piaghe in bocca. Il tutto si accomuna a febbre, malessere generalizzato, prurito.

La malattia è comune tra i bambini piccoli che frequentano l’asilo, abituati a toccare tutto e a mettersi le mani in bocca. Può colpire anche gli adulti che hanno a che fare con i bambini, però, se non si lavano frequentemente le mani.

I sintomi di mani-piedi-bocca sono:

  • eruzioni cutanee su palmi di mani e piedi, talvolta con vesciche;
  • lesioni dolorose su lingua, gengive, interno delle guance;
  • febbre;
  • mal di gola.

La malattia ha un periodo di incubazione di 3-6 giorni, mentre le lesioni si manifestano un paio di giorni dopo l’inizio della febbre. La malattia si risolve spontaneamente 3 giorni dopo la comparsa dell’esantema.

Parotite od Orecchioni

Prima dell’arrivo del vaccino nel 1967 (diventato obbligatorio nel 2017), gli orecchioni erano una malattia fin troppo comune tra i bambini di 5-9 anni. La parotite è infatti una malattia estremamente contagiosa, che si trasmette tramite le goccioline di saliva contenute in starnuti e colpi di tosse.

La parotite ha sintomi piuttosto evidenti:

  • ingrossamento delle ghiandole parotidi, quelle dietro le orecchie;
  • febbre;
  • mal di testa e malessere generalizzato.

La parotite ha un periodo di incubazione di 12-25 giorni; la persona diventa contagiosa solo 6 giorni prima che si manifestino i sintomi, però. Sempre che questo accada, dato che 1/3 dei contagiati rimane asintomatico. Al manifestarsi dei sintomi, gli orecchioni rimangono contagiosi per altri 9 giorni e si risolvono in massimo 12 giorni.

Pertosse

Il vaccino della pertosse è una relativa novità, dato che è stato introdotto solo nel 1993 ed è diventato obbligatorio nel 2017. Un’ottima novità, che potrebbe aver salvato la vita a centinaia di bambini in tutto il mondo. Contratta nel primo anno di vita, infatti, la pertosse può portare a complicazioni gravi e addirittura alla morte.

I sintomi della pertosse sono estremamente riconoscibili:

  • tosse sempre più violenta;
  • apnea e vomito, soprattutto dopo le crisi di tosse;
  • febbre;
  • naso chiuso.

Purtroppo il contagio avviene soprattutto nella fase di incubazione, che dura circa 10 giorni. Se trattata con antibiotici, la pertosse rimane contagiosa per altri 5 giorni dalla comparsa dei sintomi; se invece non viene trattata, rimane contagiosa fino a 3 settimane.

Perché le malattie infantili sono peggiori da adulti?

Gran parte delle malattie infantili viste sopra sono tutto sommato innocue per gli adulti. La succitata scarlattina, ad esempio, colpisce solo gli adulti con un sistema immunitario particolarmente debole; lo stesso vale per la mani-piedi-bocca e per la pertosse.

Non è sempre così, però: alcune malattie infantili sono peggiori, se prese da adulti. Com’è possibile? Di nuovo, è tutta questione di sistema immunitario.

Il sistema immunitario degli adulti è pienamente formato. In gran parte dei casi, ciò significa meno probabilità di ammalarsi in modo grave. In altri casi, invece, questo provoca una risposta immunitaria eccessiva, che aggrava i sintomi e aumenta il rischio di complicazioni.

Un altro problema tipicamente adulto è la possibilità di ammalarsi in gravidanza. Alcune malattie infantili non sono pericolose per la persona adulta in sé, ma per un eventuale embrione o feto. È il caso della rosolia che, se contratta in gravidanza, può provocare malformazioni congenite e aborto spontaneo.

Quali sono le malattie pericolose per gli adulti

Quali delle malattie infettive succitate sono più pericolose per gli adulti che per i bambini?

  1. Varicella. Negli adulti, la varicella può provocare polmoniti, trombosi, artrite, epatite. La causa sta proprio in una risposta immunitaria eccessiva, che stimola l’insorgere di infiammazioni in tutto il corpo, perfino nei reni e nel cervello.
  2. Rosolia. Come visto sopra, la rosolia è pericolosa soprattutto in gravidanza, ma non è l’unico problema. La rosolia provoca complicazioni nel 70% degli individui adulti che si ammalano: artrite, dolori articolari, diminuzione del numero delle piastrine, perfino encefalite.
  3. Parotite. Contratta da maschi adulti, la parotite provoca gonfiori testicolari nel 30% dei casi; talvolta, questo sfocia in atrofia testicolare e sterilità. Inoltre, aumenta il rischio pancreatiti e di danni all’udito.

In tutti questi casi, la protezione migliore è assicurarsi di aver sviluppato un’immunità alla malattia, presto o tardi nella vita. Qualsiasi adulto può vaccinarsi contro quelle malattie infantili che non ha preso da bambino, infatti. In alcuni casi, sono gli stessi medici a consigliarlo, specie se si sta programmando una gravidanza; l’importante è vaccinarsi prima della gravidanza e (quasi) mai durante.

La pertosse è un caso particolare: il vaccino contro difterite, tetano e pertosse va fatto durante il terzo trimestre di gravidanza, al contrario di tutti gli altri. In questo modo gli anticorpi della madre vengono trasmessi al figlio, che sarà protetto dalle malattie finché non potrà vaccinarsi.

Il (dTpa) è una piccola cosa, ma può salvare la vita di un bambino. È un po’ come la conservazione delle cellule staminali: una cosa piccola piccola, che può fare la differenza contro i casi della vita.

"Siamo davvero rimasti soddisfatti, azienda seria, tutor sempre a disposizione, personale competente e professionale. Complimenti!"
Badalà/Lombardo (Cliente Sorgente)

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