Le donne incinte sperimentano davvero tanti sintomi strani, molti dei quali sembrano più gravi di ciò che sono. A volte, il prurito è uno di questi: un disagio causato dalla gravidanza, fastidioso ma innocente. Altre volte, è sintomo di qualcosa di ben più grave.
In questo articolo, vedremo quali sono le diverse cause del prurito in gravidanza, da quelle più innocenti a quelle che richiedono l’intervento immediato del medico. In più, vedremo come alleviare il fastidio del prurito fisiologico, per le future mamme
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ToggleSi fa presto a parlare di “prurito”, specie in un periodo delicato come la gravidanza. In realtà, esistono più forme di prurito, che possono essere più o meno gravi.
Come vedremo andando avanti, ciascuna di queste forme di prurito può avere cause diverse. Ecco perché è importante saperle distinguere e dare loro il giusto peso.
Cosa le provoca, però?
In gran parte dei casi, il prurito ha cause del tutto fisiologiche. Come detto più volte, la gravidanza è un periodo di grandi cambiamenti fisici: è normale che provochi qualche disagio. L’unica cosa da fare, in casi del genere, è parlarne con il medico e cercare dei rimedi.
All’inizio della gestazione, l’organismo produce grandi quantità di progesterone e di estrogeni. Il loro compito principale è aiutare l’utero a espandersi e stimolare la vascolarizzazione della placenta, ma vanno ben oltre: abbassano la pressione, aumentano la ritenzione idrica e, ovviamente, provocano prurito generalizzato.
Le fluttuazioni ormonali aumentano l’afflusso di sangue alla pelle e la rendono più sensibile, quindi più incline al prurito. Cose che non ti davano alcun fastidio – prendere il sole, l’aria secca dell’ufficio, sudare mentre fai ginnastica – diventano tutto d’un tratto insopportabili.
Inoltre, gli estrogeni provocano un lieve aumento degli acidi biliari nel sangue, che si accumulano sulla pelle. Fintanto che i livelli rimangono bassi, è fastidioso ma del tutto normale.
Gli ormoni sono solo una causa di sensibilità della pelle: anche la mancanza di idratazione ha un suo ruolo. In gravidanza, infatti, aumentano sia il fabbisogno di cibo sia quello di acqua. Purtroppo, molte future mamme bevono troppo poco e finiscono per disidratarsi.
La disidratazione è una delle cause più comuni di stanchezza, mal di testa e pelle secca. Pelle secca che spesso si traduce in prurito su tutto il corpo.
Abbiamo quindi una pelle resa sensibile dagli ormoni, eccessivamente asciutta per la mancanza di acqua e maltrattata dagli acidi biliari. C’è di più, però: in gravidanza, la pelle si deve tendere per accogliere le nuove forme della donna.
Nell’area di seno, addome e cosce, la pelle si tende e si assottiglia nel giro di poche settimane. Questo provoca un fastidioso prurito localizzato che, nei casi peggiori, precede la rottura dei tessuti e la comparsa delle smagliature.
Oltre al prurito, si possono presentare delle eruzioni cutanee rosse circondate da un alone chiaro; si concentrano su addome e cosce, ma evitano le immediate vicinanze dell’ombelico. Dopo qualche giorno, le eruzioni si trasformano in placche sovrastate da piccole vescicole. Pruriginose, ovviamente.
Si chiama prurigo della gravidanza o PUPPP, dall’inglese “Pruritic Urticarial Papules and Plaques of Pregnancy” (“papule e placche orticarioidi pruriginose della gravidanza”). Nonostante l’aspetto poco rassicurante, è un disagio innocuo sia per la mamma sia per il bambino.
Sappiamo poco della PUPPP: compare verso la 35a settimana di gestazione ed è più frequente nei parti gemellari; le cause sono ignote, ma pare esserci una correlazione con le smagliature. Per fortuna, si risolve spontaneamente subito dopo il parto.
In gravidanza, è comune soffrire di prurito intimo anche senza infezioni batteriche in corso. I cambiamenti ormonali modificano infatti il pH vaginale, con conseguenze negative per la flora vaginale.
Cambiamenti nel pH vaginale aumentano il rischio di candide e vaginosi batteriche, è vero. In gran parte dei casi, però, si limitano a provocare irritazioni e prurito intimo.
Se urini normalmente e non hai secrezioni maleodoranti, non hai di che preoccuparti. Comunque, in caso di dubbi parlane con il tuo ginecologo.
In gravidanza, è sconsigliato usare farmaci e integratori che non siano stati prescritti dal medico. Come affrontare il prurito in modo sicuro, allora? Ci sono diverse strategie, molte delle quali sono facili da applicare alla vita di tutti i giorni.
Se il prurito non dovesse passare, parlane con il tuo medico: se dovesse servire, ti prescriverà corticosteroidi leggeri. Evita le automedicazioni, però.
Quelle viste sopra sono le cause fisiologiche del prurito in gravidanza, o comunque innocue sia per la mamma sia per il bambino. Il prurito può però essere sintomo di problemi reali, che possono mettere a rischio la gravidanza.
Ecco quando il prurito è un campanello d’allarme.
L’abbiamo accennato nella sezione precedente: in una certa misura, è fisiologico che ci siano acidi e sali biliari nel sangue di una donna incinta. In una certa misura, appunto. Quando queste sostanze superano i livelli di guardia, si parla di colestasi intraepatica della gravidanza (CIG), una condizione che può provocare complicazioni anche gravi.
Nella colestasi, il flusso della bile rallenta e gli acidi biliari si accumulano nel sangue. Questo aumenta il rischio di aborto spontaneo, morte perinatale e parto pretermine; la madre corre un rischio maggiore di emorragia post-partum, invece.
Il prurito è il sintomo più caratteristico della colestasi, proprio a causa degli acidi bilici che si accumulano sulla pelle. Il prurito si concentra sui palmi delle mani e sulle piante dei piedi, ma può allargarsi a tutto il corpo. Dura tutto il giorno, ma peggiora di notte e rende quasi impossibile dormire.
Oltre il prurito, gli altri sintomi di colestasi gravidica sono:
La colestasi è trattabile e si risolve spontaneamente dopo il parto, ma bisogna agire il prima possibile.
In gravidanza, il pH vaginale si abbassa e questo aumenta i rischi di infezioni batteriche. Il prurito intimo è solo uno dei sintomi. Gli altri sono:
È importante affrontare le infezioni il prima possibile, onde evitare di trasmetterle al bambino durante il parto.
Tra le tante cose, la gravidanza influenza anche il sistema immunitario: il corpo della madre deve convivere con il piccolo organismo che sta creando e, soprattutto, deve riconoscerlo come “amico”. A volte, questo ha conseguenze inaspettate.
Le allergie preesistenti peggiorano all’improvviso: allergie alimentari, allergia alla polvere, allergie agli animali, ecc. Oppure, compaiono allergie (apparentemente) nuove, che non avevano mai dato problemi.
In tutti questi casi, il prurito può essere un sintomo dell’allergia. Gli altri sintomi possono essere:
Se la reazione allergica è lieve, non c’è nulla di cui preoccuparsi. Una reazione allergica acuta provoca il rilascio di istamina, invece, una molecola che può stimolare le contrazioni uterine e aumentare il rischio di parto pretermine. Questo senza contare il rischio di shock anafilattico, che può provocare la morte di mamma e bambino.
Per fortuna, è raro che si arrivi a tanto.
A questo punto ti starai chiedendo una cosa: davvero gli ormoni della gravidanza possono far comparire delle allergie dal nulla? Non proprio.
Allergie e intolleranze hanno una base genetica: ci accompagnano dalla nascita ma, a volte, non si manifestano. Non si manifestano finché non si verifica un cambiamento importante nell’ambiente o in noi, come una gravidanza.
Finché non compaiono i primi sintomi, molti di questi disturbi sono difficili da individuare. Per altri esistono dei test ad hoc, invece, come quelli di Sorgente.
Sorgente propone una serie di screening neonatali facili da effettuare, in grado di individuare un’eventuale predisposizione genetica verso intolleranze e allergie. In questo modo, tuo figlio potrà prevenire le conseguenze negative di eventuali disagi. Contattaci per saperne di più.
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Badalà/Lombardo (Cliente Sorgente)
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