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Quanto durano le perdite post parto e cosa fare

Donna con assorbenti in mano e cameretta neonato sullo sfondo

Dopo il parto è normale che ci siano delle perdite di sangue simili alle mestruazioni. Il loro nome scientifico è “lochiazioni” e sono un fenomeno del tutto normale, di cui non devi preoccuparti. Vediamo meglio che cosa sono.

Cosa sono le lochiazioni

Dopo il parto, il corpo della donna affronta un processo fisiologico di guarigione e pulizia. La placenta è stata espulsa poco dopo la nascita del bambino, ma la cavità uterina contiene ancora molti materiali residui: la mucosa endometriale in primis, ma anche tanto sangue e muco.

L’organismo deve liberarsi di questa materia organica: se rimanesse al suo interno, provocherebbe sepsi e infezioni di vario genere. Le lochiazioni servono proprio a questo: espellere i tessuti inutili tramite il sanguinamento vaginale. Un po’ come le mestruazioni.

Quanto durano le perdite

La durata delle perdite post parto varia da donna a donna, in base alle condizioni di salute e allo stile di vita. In genere, le lochiazioni durano 4-6 settimane dopo il parto, il tempo necessario per il recupero fisiologico dell’utero.

In questo lasso di tempo, il decorso dovrebbe seguire 3 fasi.

  1. Lochia rubra (1-4 giorni). Le perdite sono abbondanti e di colore rosso vivo, simili al flusso mestruale. Contengono principalmente sangue, residui placentari e muco.
  2. Lochia serosa (5-14 giorni). Le perdite si fanno meno abbondanti e diventano di colore rosato o marrone chiaro. In questa fase, infatti, le lochiazioni contengono molto meno sangue e molto più siero e leucociti.
  3. Lochia alba (15-40 giorni). Durante le ultime settimane, le perdite sono di colore biancastro o giallastro, costituite principalmente da muco e leucociti. Continuano a diminuire gradualmente, fino a sparire del tutto.

È comune trovare dei piccoli coaguli nelle perdite post parto, soprattutto nelle prime fasi.

Fattori che influenzano la durata delle lochiazioni

Quelle sopra sono stime di massima, da usare come punto di riferimento. Di fatto, la durata delle perdite post parto dipende da molti fattori e può cambiare non solo da donna a donna, ma anche da gravidanza a gravidanza.

  1. Tipo di parto. Dopo un parto vaginale, le perdite tendono ad essere più abbondanti. La prima fase, la lochia rubra, potrebbe durare qualche giorno in più, a causa del trauma diretto subito dai tessuti vaginali e uterini. Ciononostante, spesso le perdite durano meno che con il parto cesareo.
    Il cesareo provoca perdite meno abbondanti, rispetto al parto vaginale. Le ragioni sono principalmente due: meno traumi sui tessuti vaginali, specie se eseguito nelle prime fasi del travaglio; il medico pulisce la cavità uterina sul momento. Tuttavia, il cesareo provoca una cicatrice uterina che allunga il processo di guarigione e, di conseguenza, allunga la durata delle perdite.
  2. Allattamento. Allattare provoca contrazioni uterine, accelerando l’espulsione completa dell’endometrio e quindi l’involuzione uterina, ovvero il ritorno dell’utero alle dimensioni pre-gravidiche.
  3. Attività fisica. Fare attività fisica è importante, sia per perdere peso dopo il parto sia per migliorare la salute mentale, ma non bisogna esagerare. Dopo il parto, è meglio aspettare 2-6 settimane prima di riprendere a fare sport. Solo così l’utero avrà tutto il tempo necessario per guarire del tutto, specie dopo un parto cesareo.
    Allenarsi troppo e troppo presto, quando l’utero non si è ancora ripreso, potrebbe far durare le perdite più a lungo.
  4. Complicazioni. La presenza di complicazioni può ritardare la guarigione dell’utero e, di conseguenza, anche la fine delle lochiazioni. Il caso più comune è la ritenzione di residui placentari, ovvero la presenza di frammenti della placenta all’interno dell’utero.
  5. Gravidanza singola o gemellare. I parti gemellari sono estremamente più stressanti per l’organismo, rispetto a quelli tradizionali. Tra le possibili conseguenze ci sono anche perdite post parto più abbondanti e lunghe.

Come gestire le perdite post partum

Non esistono formule magiche per far durare meno le perdite post partum. In compenso, puoi prenderti cura di te stessa, gestire le perdite affinché non provochino complicazioni e stimolare il recupero fisico generale.

  1. Riposa. Dopo il parto, il corpo ha bisogno di tempo per riprendersi. Evita sforzi eccessivi, specie nei primi giorni, e delega le faccende di casa.
  2. Cura l’igiene intima, fondamentale per prevenire infezioni uterine o vaginali. A questo scopo: lava la vulva con acqua tiepida e detergente intimo; cambia gli assorbenti post parto ogni 4 ore circa, per evitare la proliferazione batterica; evita i tamponi interni.
  3. Monitora l’andamento delle lochiazioni. Presta attenzione alla quantità, al colore e all’odore delle perdite per identificare eventuali anomalie.
  4. Allatta al seno, se ti è possibile. L’allattamento stimola la produzione di ossitocina, ormone che favorisce le contrazioni uterine e accelera l’involuzione dell’utero. I primi giorni, però, può causare dolori simile ai crampi mestruali.
  5. Mangia bene e rimani idratata, supportare la guarigione e compensare le perdite di sangue. Punta soprattutto su alimenti ricchi di ferro, vitamine e minerali.
  6. Rimanda il sesso penetrativo almeno per 6 settimane: i rapporti troppo precoci possono causare infezioni o sanguinamenti.
  7. Cammina: un’attività fisica leggera e graduale migliora la circolazione sanguigna e favorisce la guarigione. Niente sport, però.
  8. Evita bagni caldi e piscine, che potrebbero aumentare il rischio di infezioni uterine e rallentare la guarigione.

Quando preoccuparti

Le perdite post parto diventano preoccupanti solo se dopo 40 giorni sono ancora rosse. In quel caso, meglio parlarne con il ginecologo: potrebbe essere rimasto un residuo di placenta nell’utero.

Altro segnali di allarme sono l’odore e il colore delle perdite. Le lochiazioni dovrebbero avere un normale odore di sangue e di perdite vaginali. Se puzzano o hanno addirittura un colorito verdastro, è probabile che ci sia un’infezione in corso.

Non è comunque il caso di farsi prendere dal panico: basta rivolgersi subito al proprio medico e intervenire quanto prima.


Attribuzione immagini: wirestockwayhomestudio.

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