Uno studio condotto dall’Istituto di chimica biomolecolare e dell’Istituto di Cibernetica del Consiglio nazionale delle ricerche in collaborazione con la Ludwig Maximilians University di Monaco di Baviera, con l'Endocannabinoid Research Group e con il Max [...]
Uno studio condotto dall’Istituto di chimica biomolecolare e dell’Istituto di Cibernetica del Consiglio nazionale delle ricerche in collaborazione con la Ludwig Maximilians University di Monaco di Baviera, con l’Endocannabinoid Research Group e con il Max Delbruck Institute di Berlino, dimostra che cellule staminali nervose, in pazienti giovani, sono in grado di contrastare lo sviluppo del glioblastoma, il più aggressivo fra i tumori che colpiscono il sistema nervoso centrale. La ricerca è stata pubblicata su Nature Medicine. Nei soggetti giovani, come riportato dai ricercatori, le cellule staminali nervose sono in grado di migrare verso le cellule del glioblastoma e, una volta raggiunte, sono in grado di provocarne la morte rilasciando specifici mediatori (detti endovanilloidi) capaci di attivare determinati recettori (TRPV1) presenti nelle cellule tumorali. Questo sistema di induzione della morte delle cellule tumorali tramite le staminali nervose è attualmente in fase di studio e il modello animale utilizzato è il topo.
Fonte: Quotidianosanità
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