Ha circa un mese Zain Rajani, il primo bambino nato grazie alla scoperta di alcuni scienziati canadesi, che hanno individuato un nuovo uso delle cellule staminali per creare ovuli sani. Natasha Rajani, 34 anni, e il marito Omar cercavano da tempo un figlio e nonostante la fecondazione in vitro effettuata, il tentativo non era andato a buon fine e la coppia non era riuscita a portare a termine la gravidanza. I problemi di infertilità possono essere causati dall’età avanzata della paziente o dalla qualità degli ovuli, ma oggi, grazie alle ricerche effettuate dagli scienziati di OvaScience, negli Stati Uniti, e di First Steps Fertlity, in Canada, si è scoperto che molte pazienti con problemi di infertilità, hanno ovuli deboli, con difficoltà ad essere fecondati.
Partendo da questa evidenza, i ricercatori sono stati in grado di capire che l’uso di cellule staminali avrebbe potuto migliorare le possibilità di terminare la gravidanza. Cellule staminali di ovuli sani non ancora sviluppati, quindi più “giovani”, possono essere usate per sostituire gli ovuli più “vecchi” e deboli, poiché grazie alla capacità delle cellule staminali di trasformarsi in cellule diverse, quelle degli ovuli si trasformano in ovuli senza alcun rischio per la salute. Stando a quanto affermato dal Dottor Robert Casper, direttore medico della clinica a cui si sono rivolti i genitori, l’idea alla base di questa scoperta è quella di “ricaricare le batterie” degli ovuli più vecchi, così da portarli allo stadio di blastociti, quello in cui l’embrione può impiantarsi. Nel caso di Natasha, gli esperti del centro First Step Fertility hanno effettuato una laparoscopia per prelevare una piccola parte di tessuto ovarico, così da poter poi identificare le cellule staminali ed estrarre i mitocondri, cioè la parte che fornisce forza ed energia alla cellula; i mitocondri sono poi stati inseriti negli ovuli ed è stata eseguita la fecondazione in vitro con lo sperma del padre. Questo processo allontana, quindi, ogni dubbio di carattere etico sulla presenza di “terzi genitori”, poiché i mitocondri inseriti negli ovuli, sono stati prodotti direttamente da cellule ovariche della madre, per cui il loro Dna è lo stesso del futuro genitore.
Fonte: CBC News