Ayami Yoshimi, dell’università di Freiburg, ha guidato una ricerca riguardo l’uso delle cellule staminali da sangue periferico e di quelle da midollo osseo. Le due tipologie vengono ambedue usate nel trattamento di casi di insufficienza midollare, ma lo studio si concentra sulle possibili differenze tra le due fonti.
Inizialmente il trapianto di midollo osseo era l’unica l’opzione praticabile. Così è stato fino agli anni ’90, quando si è cominciato a usare le cellule staminali da sangue periferico. Al momento le cellule da sangue periferico sono quelle più usate, in quanto sono più facili da recuperare e tendono ad attecchire prima. Ciononostante, causano molti più casi di rigetto e mostrano un tasso di sopravvivenza dei pazienti più basso. Ecco perché il midollo è per ora la fonte di cellule staminali più raccomandata per il trapianto di cellule staminali ematopoietiche.
I vantaggi di stampo medico dell’uso del midollo, però, non riuscirebbero a vincere su quelli di tipo squisitamente pratico derivanti dalle cellule staminali da sangue periferico. Secondo lo studio, le strumentazioni per l’estrazione della staminali dal sangue sono presenti in qualsiasi centro trapianti. Questo tipo di cellule viene infatti usato anche per altre tipologie di trattamenti, più comuni, il comporterebbe un risparmio economico non indifferente.
Di contro, l’estrazione da midollo osseo richiede competenze specifiche da parte dello staff medico, un equipaggiamento specifico e l’ospedalizzazione del donatore. Tutti elementi con un certo peso economico.
Secondo il professor Ayami Yoshimi e il suo gruppo, le autorità internazionali e le organizzazioni mondiali dovrebbero prendere una posizione a riguardo. L’erogazione di risorse per la creazione di un numero maggiore di infrastrutture atte al trapianto di midollo, dovrebbe essere una priorità per la salute di migliaia di persone.
Fonte: medicalxpress.com