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Alessandro Maria torna a Roma per tentare il trapianto aploidentico con uno dei due genitori

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Alessandro Maria torna a Roma per tentare il trapianto aploidentico con uno dei due genitori

Alessandro Maria ora si affida al Bambin Gesù di Roma per tentare la strada del trapianto aploidentico ovvero con compatibilità parziale da uno dei due genitori.

Il percorso terapeutico è però da stabilire. Il professor Franco Locatelli, direttore del Dipartimento di oncoematologia, uno dei maggiori specialisti al mondo, è da diverse settimane in contatto con il papà del bambino che lo ha cercato quando cominciavano a sgretolarsi le speranze di trovare un donatore di midollo idoneo, cioè con la stessa identità genetica del ricevente. «Faremo tutto il possibile — aggiunge Enoc —. A me sta a cuore che venga salvato, con l’ospedale londinese, il Great Osmond Street (lo stesso che ospitò Charlie) abbiamo rapporti buoni. È un caso molto complicato, il professore chiede il massimo riserbo per lavorare in silenzio. Evitiamo di metterci in mostra».

Alex è minacciato fin dalla nascita da una malattia rara, genetica, la linfoistiocitosi emafagocitica primaria. Un difetto delle cellule del sistema immunitario, incapace di gestire e respingere le infezioni.

Un farmaco sperimentale, col quale è stato trattato da settembre a oggi, è una soluzione temporanea. Poi c’è solo il trapianto e se il donatore compatibile non si trova (il registro mondiale contiene 30 milioni di tipizzazioni, cioè di carte di identità genetiche, eppure è difficile pescare combinazioni genetiche uguali) bisogna provare a utilizzare il midollo di uno dei due genitori, compatibile a metà.

In una recente intervista Locatelli ha affermato che «le percentuali di guarigione con questa tecnica sono sovrapponibili a quelle ottenute con un donatore perfettamente idoneo. Sei dei 150 bimbi trapiantati a Roma avevano la stessa malattia di Alessandro e stanno tutti bene».
Fino a pochi anni fa questa soluzione comportava un alto rischio e si preferiva ricorrere ai fratelli. Al Bambino Gesù i ricercatori hanno messo a punto un nuovo sistema di manipolazione delle staminali materne o paterne in grado di eliminare le cellule pericolose senza danneggiare quelle buone.

Fonte: Il corriere della sera

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Badalà/Lombardo (Cliente Sorgente)

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