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La brevettabilità delle cellule derivanti da sangue cordonale

Uso del sangue cordonale per le patologie oculari

Human blood in storage

Al meeting annuale sulle cellule perinatali della Perinatal Stem Cell Society che si è svolto i primi di marzo, John Wetherell, PhD JD, mandatario brevettuale a Pillsbury ha presentato i dati su ciò che è brevettabile e non in ambito di cellule staminali con un intervento dal titolo “Patent Protection of Stem Cell Innovations”.

La legislazione sulle biotecnologie in ambito brevettuale è molto complessa. Ciò che risulta essere brevettabile sono le manipolazioni  minime sulle cellule staminali quindi si tratta di un procedimento e non di un prodotto. I requisiti di novità e attività inventiva devono essere rispettati nella misura in cui è obbligatorio mantenere la riservatezza senza pubblicare i propri dati scientifici fin quando la stessa domanda di brevetto non venga resa pubblica. Il brevetto concede un diritto di esclusiva e non di monopolio.

Dei casi interessanti di deposito brevettuale riguardano il lavoro svolto da Duke sulle patologie neurologiche per le quali la stessa università ha già depositato 6 domande di brevetto concernenti l’uso allogenico delle cellule staminali da sangue cordonale per le encefalopatie ipossico-ischemiche e per la paralisi cerebrale. Così come l’uso delle cellule staminali mesenchimali per lo spettro autistico a partire dal tessuto cordonale.

La peculiarità di una singola domanda di brevetto risiede non solo sul metodo o procedimento ma sulle dosi efficaci di cellule impiegate. A titolo esemplificativo, Duke ha indicato come singola dose

Infusioni di 100 milioni di cellule totali/kg. Dose altissima se paragonata ea quelle effettivamente in uso (5 volte tanto).

Ad oggi, lo studio espanso presso Duke presente nel programma dei trial clinici con il N. NCT03327467 è l’unico programma legalmente corretto e riconosciuto di terapia neurologica con le cellule da sangue cordonale per la paralisi cerebrale e ciò non è soggettabile alla presenza o meno di un brevetto.

Alcuni sono preoccupati che l’investimento in Proprietà Intellettuale possa far crescere i costi della terapia ma, in presenza di protocolli alternativi cosi come le alti dosi cellulari presenti nelle rivendicazioni del brevetto proteggeranno da qualsiasi forma speculativa e quindi l’accesso ai trattamenti sarà garantito anche in presenza dei brevetti.

Pertanto i brevetti depositati da Duke non avranno alcun effetto sulle banche private di crioconservazione oltre al fatto che nei brevetti si parla solo di uso allogenico e non di uso autologo che viene in ogni caso garantito come fruibile.

 

Fonte:  https://parentsguidecordblood.org/en/news/patenting-cord-blood-therapy-game-changer

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Badalà/Lombardo (Cliente Sorgente)

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