“Se potessi farlo, salirei sui tetti delle case per gridare che le cellule staminali fanno miracoli!”
A parlare così oggi è Olga, una donna ucraina mamma di due figli che sette anni fa, quando era in attesa di due gemelli, decise di conservare le staminali del sangue cordonale dei suoi bambini. Nonostante un parto difficile, nacquero due figli sani: Svetlana, la gemella maggiore e Maksim, il figlio minore. Al momento della nascita i medici non riscontrarono alcuna anomalia nei bambini ma, dopo alcuni mesi, iniziarono a presentarsi i primi problemi: Maksim piangeva spesso, non riusciva a mangiare bene e dormiva a malapena durante la notte.
Inizialmente i medici costatarono soltanto la presenza di spasmi allo stomaco, responsabili di un ritardo nella sua capacità di metabolizzare il cibo. Maksim però non rispose ai trattamenti prescritti e, soltanto tre anni dopo, la diagnosi fu più precisa: intolleranza al lattosio. Fu così prescritta una dieta speciale che migliorò lo stato generale di Maksim ma, all’età di tre anni, la comparsa di nuovi sintomi spaventò ancor di più la madre: il bambino non parlava, riconosceva a malapena i suoi genitori, non mostrava capacità di concentrazione e non rispondeva alle domande.
Olga, la mamma di Maksim, racconta: “Dopo una serie di esami i medici fecero una diagnosi preliminare, ovvero: disturbo dello spettro autistico. Successivamente, disturbi come disartria, alalia, ecolalia e deficit cognitivo si aggiunsero al probabile quadro clinico, trattandosi di malattie associate a funzioni mentali superiori compromesse.
“La diagnosi non fu specifica “ – spiega la madre – “ma io iniziai a seguire tutto ciò che suggerivano i medici”. Nel tentativo di migliorare le sue condizioni, Maksim fu ripetutamente sottoposto a terapie progettate per stimolare il suo cervello. Queste includevano la micro-polarizzazione (trattamento con una piccola corrente elettrica), la correzione bioacustica (il paziente ascolta le proprie onde cerebrali convertite in suono) e il trattamento farmacologico con neuropeptidi attivi (psicostimolanti). Nessuna di queste terapie però portò a risultati significativi.
“Stavo per perdere il cuore”- continua Olga – “i sintomi dell’autismo erano sempre più evidenti. Maksim non comunicava con i coetanei, gli insegnanti dell’asilo non potevano coinvolgerlo in nessuna attività ed io e mio marito vivevamo in isolamento sociale con i nostri figli”.
Olga e il marito non riuscirono a evitare l’attenzione degli estranei a causa delle speciali esigenze del loro figlio. Per questo motivo la famiglia di Olga si trasferì in una casa fuori città, lontana dagli occhi indiscreti della gente.
“Io stessa iniziai a impegnarmi in prima persona nell’educazione di mio figlio, non abbandonando mai la speranza di curare una terribile malattia e dargli una vita piena e felice” – ricorda Olga.
“Mentre ero impegnata nella costante ricerca di nuovi trattamenti per l’autismo, trovai per caso, nei social media, una videoconferenza di un ostetrico che parlava di un trattamento con le cellule staminali”. Rendendosi conto che il sangue cordonale del figlio, conservato nella biobanca ucraina Hemafund, avrebbe potuto aiutarli, Olga contattò immediatamente la società di crioconservazione per richiamare il campione.
“Ricordo che non volevo svelare lo scopo dell’utilizzo delle cellule staminali, ma fu la stessa biobanca a supportarci in ogni fase e a permetterci di iniziare il trattamento in tempi brevi, grazie anche al supporto e all’assistenza dei loro specialisti”. In un paio di settimane, Maksim fu portato in ospedale e la biobanca consegnò il campione di staminali cordonali. “Eravamo molto nervosi, ma il trattamento ebbe successo e mio figlio si sentì bene” aggiunge Olga. Il secondo giorno dopo il trattamento con le sue cellule staminali cordonali, il comportamento di Maksim cambiò, iniziando anche a lamentarsi. La madre fu sorpresa di questo primo cambiamento, ma lo fu ancora di più nei giorni successivi: “Nel giro di poche settimane Maksim iniziò a concentrarsi con gli occhi, ad ascoltare i discorsi degli altri e a provare a parlare”, ricorda Olga. “Si appassionò ai libri da colorare e iniziò a studiare l’alfabeto”. Ma Olga fu sicura dell’efficacia del trattamento con cellule staminali quando sentì pronunciare da Maksim la parola tanto attesa: “Mammina”.
Di recente, Maksim si è sottoposto a un altro trattamento di cellule staminali cordonali. Questa volta i dottori hanno usato il sangue cordonale della sorella e i risultati sono stati sorprendenti. Grazie ai suoi progressi, Maksim e sua sorella ora frequentano una scuola. Naturalmente gli è difficile seguire tutte le lezioni, ma gli piace studiare e i suoi insegnanti sono felici di condividere storie sui suoi progressi speciali e sulla sua sete di conoscenza. Olga, con la voce che trema, ricorda di aver sentito un vuoto quando la situazione sembrava senza speranza: “Avevo paura di rimanere così per sempre. (…) È come essere felici e infelici allo stesso tempo. Temevo che non sarei mai stata in grado di rallegrarmi del successo di mia figlia Svetlana perché mio figlio Maksim stava soffrendo. Ma ora invece sono sicura che saremo sempre in grado di superare tutte le difficoltà e che la nostra sarà una famiglia felice!
Negli Stati Uniti, le statistiche attuali indicano che 1 bambino su 59 soffre del disturbo dello spettro autistico. In Ucraina, sono ufficialmente registrate oltre 4.000 persone con autismo ma i gruppi di difesa sostengono che questo è un numero sottovalutato. In Italia si stima che ne soffra 1 bambino su 100 (Fonte: Istituto Superiore di Sanità, ISS, con uno studio promosso e finanziato dal Ministero della Salute dal titolo “Osservatorio nazionale per il monitoraggio dei disturbi dello spettro autistico, 2018).
Ricordiamo che presso la Duke University (North Carolina – USA) si sta svolgendo uno studio aperto a tutti i pazienti del mondo con una diagnosi di disturbo dello spettro autistico e che prevede l’utilizzo autologo o allogenico intrafamiliare delle cellule staminali prelevate dal sangue cordonale. Clicca qui
Olga e il marito oggi stanno pensando di dare un fratellino ai loro due figli e sono intenzionati a conservare le staminali cordonali anche del loro terzo bambino.
Fonte:
https://parentsguidecordblood.org/en/news/maksims-cord-blood-therapy-autism
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