L’11 marzo, l’Organizzazione Mondiale della Sanità dichiarava la pandemia dell’infezione da COVID-19. Lo spettro clinico del COVID-19 varia da soggetti asintomatici o con sintomi lievi pari all’81% a soggetti con complicazioni cliniche respiratorie severe pari al 14% per poi incidere pesantemente sul 5% dei soggetti positivi che presentano sindromi disfunzionali multiorgano.
COVID-19 entra nelle cellule ospiti attraverso un recettore enzimatico chiamato Enzima 2 di conversione dell’angiotensina (ACE2) che è presente sulle cellule alveolari di tipo 2 e sull’endotelio capillare dei polmoni cosi come in molti altri organi come l’apparato cardiovascolare il fegato, il rene e il tratto gastrointestinale.
I polmoni sono l’organo bersaglio. Il virus stimola una reazione pro-infiammatoria delle citochine con un aumento della concentrazione di IL-2, IL-6, IL-7, il fattore stimolante i granulociti, l’interferone gamma, i monociti, i macrofagi e il TNF alfa. La tempesta citochinica è stata osservata in molti pazienti con polmonite secondo le biopsie.
Al momento non esiste un trattamento antivirale particolarmente efficiente e non esiste un vaccino.
La terapia si basa fondamentalmente sui respiratori artificiali. I corticosteroidi sembrano essere efficaci ma riducono l’attività delle difese immunologiche.
L’AIFA ha approvato l’uso del tocilizumab, un anticorpo monoclonale contro IL6 con dei buoni risultati ma la capacità immuno-modulatoria è transiente.
Le cellule staminali mesenchimali esprimono dei secretomi e hanno un effetto terapeutico ampio con potenzialità anti-infiammatoria, immuno-modulatoria, rigenerativa, pro-angiogenica e anti-fibrotica.
Ad oggi, due pubblicazioni scientifiche riportano l’uso terapeutico delle MSC prelevate da tessuto cordonale contro COVID-19. La somministrazione avviene per endovena per tre volte in tre giorni con 50.000.000 di cellule. Dopo la seconda somministrazione si osservano già i miglioramenti. Le MSC sono negative al recettore ACE2 e non possono essere infettate dal virus.
I secretomi sono costituiti da proteine solubili incluse citochine, chemochine e fattori di crescita nonché vescicole extracellulari e possono attivare le cellule staminali endogene e i progenitori cellulari, sopprimendo l’apoptosi, regolando la risposta infiammatoria, stimolando e rimodellando la matrice extracellulare e l’angiogenesi, riducendo la fibrosi e mediando la chemioattrazione.
I secretomi agiscono pertanto in modo molto più completo rispetto a un anticorpo monoclonale e sono considerati più sicuri di una cellula staminali che ha potenzialità superiori ma comporta maggiori reazioni.
Sulla base di queste considerazioni, gli autori di un lavoro pubblicato ora su Cell hanno formulato l’ipotesi di una terapia a base di secretomi derivanti da MSC da tessuto cordonale da somministrare per endovena in pazienti con condizioni critiche. Già due studi clinici pubblicati su Clinical Trials riportano l’uso dei secretomi contro COVID—19 (NCT04276987) E (NCT04313647).
Fonte: Cells, Aprile 2020
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