In Italia, le unità di sangue cordonale raccolte continuano a diminuire. Si calcola che nel 2019 le unità raccolte siano state solo 9.676, scendendo sotto la fatidica soglia delle 10.000 unità. Un dato peggiore addirittura di quello registrato nel 2007, quando le unità di sangue raccolte furono solo 9.796. I dati arrivano dal rapporto annuale del Centro Nazionale Sangue e del Centro Nazionale Trapianti.
Il trend negativo si registra dal 2012 ed è legato a diversi fattori. In cima alla lista c’è di sicuro il calo delle nascite: negli ultimi 10 anni, i nuovi nati sono diminuiti di circa il 20%. Contribuiscono anche la cattiva informazione e le drastiche regole adottate dalla rete nazionale nel 2015, volte a garantire la qualità del sangue cordonale raccolto. Benché l’intento fosse aumentare l’efficacia delle terapie che usano le staminali del cordone, l’effetto più evidente è stato un netto calo delle unità raccolte e conservate.
In Italia ci sono solo 270 punti nascita per la raccolta del sangue cordonale. Circa il 63% dei parti totali in Italia si è verificato al loro interno. Eppure, il sangue del cordone è stato raccolto solo nel 3,5% dei casi. Gran parte della colpa sta nella scarsa informazione data alle famiglie, che non sanno di poter donare. Inoltre, la raccolta non avviene se il parto si verifica di notte o nel weekend.
L’ ostacolo più grosso sono però i criteri per la conservazione dei campioni: circa il 95% dei campioni raccolti non viene bancato, andando quindi perso. Dei 9.676 campioni raccolti nel 2019, solo 546 sono stati bancati; tutti gli altri sono stati considerati non idonei a causa del numero insufficiente di cellule per trattare un paziente adulto, ma questi campioni potrebbero avere utilità terapeutica nell’età pediatrica. Un tesoro di cellule staminali andato perso.
Purtroppo, al calo di unità bancate non corrisponde un calo delle richieste, che rimangono stabili. Nel 2019 sono state rilasciate 38 unità di sangue cordonale, proprio come nel 2018; di queste, 33 sono state rilasciate per centri esteri. Ciò significa che le unità conservate dalla Rete Italiana delle Banche di Sangue Cordonale (ITCBN) stanno diminuendo, invece che aumentare.
Purtroppo non tutti i paesi europei si sono adeguati alla richiesta di collaborazione tra il settore pubblico e privato emanata nella Risoluzione del Parlamento Europeo l’11 settembre 2012, dove nel punto 37 leggiamo:
“Il Parlamento osserva che in alcuni Stati membri esistono già modelli e opportunità di collaborazione tra il settore pubblico e quello privato ed esorta le banche di sangue cordonale pubbliche e private a collaborare strettamente, al fine di incrementare la disponibilità e lo scambio di campioni cordonali e tissutali su scala nazionale, europea e internazionale” .
Infatti già nel 2016 l’Associazione Italiana ADISCO, commentando i dati relativi alla raccolta del sangue cordonale ha evidenziato la necessità di ridimensionamento del network italiano delle banche pubbliche (attualmente 19) non è più sostenibile. Il 7 maggio 2019 il viceministro della Salute Paolo Sileri annunciava una indagine conoscitiva sulla donazione del midollo osseo e ddl sull`uso delle cellule staminali cordonali – lavoreremo a un ddl sull’utilizzo delle cellule staminali cordonali affinché si possano donare o semplicemente conservare anche in Italia. Bisogna lavorare su più fronti, con l’aiuto di tutti perché solo uniti riusciremo a festeggiare sempre più guarigioni”, afferma Viceministro Sileri.
La dott.ssa Nicoletta Sacchi, direttrice del registro Registro Italiano Donatori di Midollo Osseo (IBMDR), sottolinea l’importanza del sangue cordonale. Le staminali del cordone possono essere efficaci in casi di malattia avanzata, quando altri trapianti si sono dimostrati inefficaci. Ci sono inoltre ricerche promettenti sugli emocomponenti ricavabili dal sangue cordonale, come i globuli rossi da usare per le trasfusioni nei neonati.
In tutto questo, è compito dei medici informare le famiglie sulla possibilità di donare il cordone o, in alternativa, di conservarlo presso una banca privata all’estero. Nel caso in cui il bambino o un fratello dovessero avere una patologia curabile con le cellule staminali, quel sangue potrà essere fondamentale per la terapia. Il tutto grazie a un gesto semplice e sicuro, dato che il prelievo del sangue cordonale è semplice senza rischi sia per la mamma che per il bambino.
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Badalà/Lombardo (Cliente Sorgente)
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