Un paziente ha ricevuto una infusione di cellule staminali da sangue cordonale a seguito di ictus. Dopo un anno ha riguadagnato le sue funzionalità motorie e le immagini di risonanza del suo cervello mostrano che il rigonfiamento cerebrale si è risolto. Questo caso è stato pubblicato su CELL TRANSPLANTATION lo scorso 23 dicembre.
L’ictus è la seconda causa di morte e la terza di disabilità a livello mondiale.
Oltre 15 milioni di persone ne soffrono ogni anno. Circa il 30-35% dei pazienti muore e circa il 75% sopravvive con disabilità permanenti. Durante l’ictus ischemico un vaso sanguigno si blocca a livello cerebrale e la migliore terapia è l’infusione di agenti trombolitici che rompono i coaguli e aumentano il flusso sanguigno al cervello. Questo intervento però è molto dipendente dal tempo di somministrazione: per ogni minuto di ritardo 2 milioni di cellule nervose muoiono.
Nel giugno 2019 un paziente di 46 anni con una storia clinica di pressione elevate e di dialisi per disfunzioni renali è giunto in ospedale dopo due ore dai primi sintomi ischemici. Era il candidato ideale per tentare l’infusione di cellule staminali provenienti da un donatore compatibile di sangue cordonale. Il sangue cordonale ha diversi vantaggi: le cellule sono immediatamente disponibili per l’uso senza la necessità di cercare un donatore compatibile, raramente inducono una reazione di rigetto e sono maggiormente ricche di proteine anti-infiammatorie rispetto a altre fonti di cellule staminali. In particolare, sono presenti l’interleuchina 10 così come il fattore di crescita endoteliale e il fattore stimolante la produzione di macrofagi e granulociti. Il donatore di sangue cordonale compatibile è stato un bimbo di Taiwan che aveva conservato le cellule nel 2002, ben 17 anni prima. Il sangue cordonale è stato processato e sono state individuate 263 milioni di cellule nucleate. Il paziente ha ricevuto l’infusione 8 giorni dopo la manifestazione ischemica. A questa infusione è seguita una iniezione di mannitolo che ha facoltà diuretiche, noto per i pazienti che soffrono di traumi cerebrali dove è necessario ridurre la pressione intracranica.
Le immagini per Risonanza magnetica Nucleare che hanno documentato la sparizione delle tracce ischemiche sono state rilevate a 2ore, 1 giorno, 3 mesi e poi semi successivi all’intervento.
Con un corretto coordinamento questo approccio terapeutico sembra essere la risposta risolutiva laddove la terapia trombocitica non abbia effetto immediato.
Fonte: https://parentsguidecordblood.org/en/news/stroke-patient-recovers-after-cord-blood-infusion-stemcyte
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