Si chiamano NKT (Natural Killer T), e sono particolari linfociti modificati geneticamente che possono essere utilizzati contro le cellule tumorali su due fronti: modificando il microambiente tumorale stimolando la reazione del nostro sistema immunitario contro la malattia e, contemporaneamente, colpendo selettivamente le cellule tumorali. In un articolo appena pubblicato sulla rivista Science Immunology i ricercatori del Laboratorio di Immunologia Sperimentale dell’Irccs Ospedale San Raffaele di Milano hanno dimostrato, in modelli preclinici, la loro efficacia aprendo la strada a nuove possibilità di intervento.
I ricercatori, sotto la guida di Paolo Dellabona e Giulia Casorati, hanno potenziato la naturale attività antitumorale dei linfociti NKT, armando con tecniche di ingegneria genetica queste cellule con un secondo recettore (TCR) specifico per antigeni tumorali. In questo modo le cellule NKT hanno acquisito una doppia funzione, che consiste nella loro capacità naturale di modificare il microambiente neoplastico, mediata dal proprio TCR endogeno, combinata alla nuova abilità di uccidere in modo diretto le cellule tumorali, grazie all’espressione del TCR esogeno.
Le cellule NKT sono un particolare tipo di globuli bianchi: da qualche anno è nota la loro capacità di eliminare dal microambiente tumorale alcune cellule immunitarie che vengono ‘corrotte’ dal tumore e ne sostengono la progressione, come i macrofagi. In tal modo le cellule NKT favoriscono il ripristino della risposta immunitaria contro le cellule tumorali. Ma non solo: ciò che rende le funzioni di queste cellule universali è il fatto che sono identiche in tutti gli individui. “Grazie a queste caratteristiche, le cellule NKT prelevate da un qualsiasi donatore possono essere utilizzate per trattare qualsiasi paziente e questo fa sì che esse rappresentino una piattaforma cellulare applicabile in modo universale nell’immunoterapia cellulare del cancro”, spiegano Dellabona e Casorati che, in studi recenti, hanno anche dimostrato il ruolo cruciale delle NKT nella risposta immunitaria antitumorale.
Nello specifico, questi speciali linfociti infiltrano il microambiente tumorale dove promuovono la risposta immunitaria diretta contro le cellule cancerose, attraverso l’eliminazione di particolari cellule del sangue, chiamate macrofagi, che esercitano una forte azione immunosoppressiva che è quella che sostiene localmente la progressione della neoplasia (Cortesi Cell Reports 2018). Questo meccanismo d’azione delle cellule NKT è considerato di particolare interesse per la cura del cancro, poiché l’immunosoppressione che si genera a livello del microambiente tumorale è considerata uno dei principali ostacoli all’efficacia delle terapie antitumorali, in particolare per l’immunoterapia cellulare.
In questo nuovo studio il gruppo di ricerca ha ulteriormente potenziato l’attività antitumorale dei linfociti NKT, modificandoli geneticamente in modo da far loro esprimere un recettore antigenico (TCR) specifico per un antigene tumorale. Le cellule NKT hanno così acquisito due funzioni antitumorali contemporanee: da un lato, la loro naturale capacità di eliminare le cellule che sopprimono il microambiente tumorale, dall’altro la nuova capacità di uccidere in modo diretto le cellule neoplastiche. Il risultato di questa azione antitumorale combinata delle cellule NKT è il controllo particolarmente efficace della progressione neoplastica in modelli sperimentali.
Fonte: Estratto da Repubblica
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